![]() |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | ![]() |
NOVELLA XLV
faccende de l’Italia e massimamente de la Lombardia, gli pose
in mano tutti gli affari che a le cose d’Italia appartengono. Del
che si bene a messer Filippo ne avvenne che egli, oltra che
la sua vertù e prudenza dimostrò, ne acquistò di molte ricchezze,
e di continovo più divenne servidore de la sua reina, quella
come cosa santa adorando. Che diremo noi, donne mie belle
e vertuose, del valore e magnificenza di questa splendidissima
reina? Veramente per mio giudicio, quale egli si sia, ella me¬
rita tutte quelle lodi che a donna eccellentissima dar si pos¬
sano, perciò che ella magnificamente operando ha il suo fede¬
lissimo servidore rimeritato. Ed in vero come il sole è di tutto
il cielo e di quanto sotto quello si contiene bellezza ed orna¬
mento, cosi la magnificenza in ciascheduna persona è veramente
la chiarezza e lo splendidissimo lume d’ogni altra vertù che in
quella risplenda, e massimamente in quei personaggi che di
maggior grado sono. Ma facendo fine attenderò che voi a que¬
sta cortesissima reina diate quelle lodi che le convengono e che
ciascuno dica circa questo il parer suo, perciò che a me pare
che tanto dire non se ne possa che molto più non ne resti a
dire. Ed io invero parole non trovo che la sua grandezza in
parte, non che in tutto, sappiano agguagliare.