Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/238

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NOVELLA LII 235 scelerati come egli era, prese il padre, la madre e tutti i fratelli, eccetto il minore il quale niente stimava, e a tutti cacciò gli occhi del capo senza punto aver di loro pietà; né contento di cosi crudel sceleratezza come fatta aveva, fece i fratelli accecati condurre in quella camera dove il padre e la madre miseramente piangevano la lor cecità. Quivi fece egli accender un gran fuoco, di maniera che i poveri parenti e i fratelli suoi a cui gli occhi aveva cavati, tutti crudelissimamente ardendo fece morire. La matina publicatosi si nefando e scelerato parricidio appo gli uomini de la contrada, fu fatto un gran tumulto; ma essendo lo sceleratissimo parricida impatronitosi de la fortezza, fu senza contrasto creato soldano. Il minimo fratello inteso il fatto, non come pazzo e scemonnito ma come saggio se ne fuggi dentro il tempio che appo coloro è in grandissima riverenza, e sempre fu conservato libero da ogni violenza; e quivi come vendicatore de la sceleratezza nei parenti e fratelli commessa se ne stava, gridando tuttavia ad alta voce: — O dèi buoni, non vedete voi come il mio fratello è divenuto un pessimo demonio? Egli ha morto il padre e la madre e tutti i fratelli e senza pietà alcuna arsi, e voi sopportate che regni? — Cosi stava gridando il misero giovinetto, ma nessuno a vendicar tanto enorme peccato si moveva, ed egli del tempio uscir non ardiva, perché subito il crudel fratello l’averebbe fatto ammazzare. Quivi adunque dai sacerdoti nodrito se ne stava, piangendo la sua infelice fortuna. Ora passati circa quindeci giorni dopo il commesso parricidio ed ogni tumulto essendo cessato, il crudel soldano, parendogli esser mezzo confermato nel dominio, deliberò levarsi dinanzi gli occhi coloro dei quali poteva ragionevolmente temere. Onde mandò a domandar il più vecchio dei dui schiavi che tanto dal padre erano amati, che Maometto si chiamava. Arrivato Maometto a la presenza del signore, gli disse: — Che mi comandi, signor mio? — Alora disse il crudel tiranno: — Non vedi ch'io son soldano di questo regno? — Il veggio — rispose Maometto; — ma che mi comandi che a tuo servizio da me far si possa? Eccomi prontissimo per ubidirti. — Il soldano alora in segno di grandissima domestichezza presolo per la mano,