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NOVELLA LIX
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sentendo a l’arme sua diede di mano per diffóndersi; ma la spa¬
ventata Margarita non volle che s’aspettasse il marito, e spento
quel lume che in camera era, con l’amante animosamente giù da
una finestra saltò ne la strada e insieme con lui via se n’andò
senza aversi fatto male. L’adirato marito nulla del fuggir degli
amanti avendo sentito, tornato di sopra ed in camera entrato,
come vide la lucerna ammorzata — Ahi malvagia femina — gri¬
dando disse, — io t’ho pur còlta, e non ti varrà l’aver spento il
lume. — Il dire e il dare de l’arme a traverso il letto fu tutto uno.
E quivi furiosamente di man dritti, riversi, fendenti e stoccate gio¬
cando, sfogava l’accesa còlerà. Era nel detto letto in un lato la
figliuolina de la Margarita corcata che poteva aver circa diciotto
mesi; e menando il marito coltellate da orbo, avvenne che in un
tratto d'una coltellata egli, non gli sovvenendo de la bambina, le
tagliò via di netto tutte due le gambe. La povera creatura ge¬
mendo miserabilmente se ne mori. Del che avvedutosi lo sfortu¬
nato spadaro e brancolando per il letto né vi trovando persona se
non il corpicino monco de la sventurata bambina, dolente oltra
misiira e disperato di cosi pietoso caso, fece a la fanticella che
al romore era corsa accender il lume. Il misero non sapendo
che farsi e dubitando che se in mano de la giustizia andava non
gli fosse mózzo il capo, raccomandata la casa a la fante, se
n’andò al monistero dei frati o siano monaci di Gradara. 11 di poi
divolgatasi la cosa per Mantova, empi la città di compassione e
diede assai che dir al volgo. Fu la smembrata creatura quel di
medesimo seppellita. Il signor gonzaghesco celatamente tenne
la sua amante molto tempo in certa abitazione e con lei perse¬
verava a darsi buon tempo. A la fine con buon mezzi tanto si
fece che al marito fu perdonato, e con questo egli anco perdonò
a la moglie e per buona e bella la ripigliò.
FINE DELLA PARTE PRIMA