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PARTE SECONDA
mio potere non cerchi goder il vostro amore. E in questo non
credo esser di lui men degno. Io pur qui sono, né senza la gra¬
zia vostra intendo a modo alcuno partirmi. E nel vero io sarei
ben pazzo se quello che tanto ho desiato avendo a salva mano
preso, scioccamente lasciassi fuggire. Si che minor male è che
voi di vostra voglia quello mi diate che negar non mi potete.
E quanto più tardate, voi fate il peggio, perciò che fra questo
mezzo potrebbe venir colui a cui nome qui venuta séte, e ve¬
nendo, altro che scandalo non ne potrà riuscire. Egli è cosi
possibile che io ancida lui come egli me. Oltra questo voi rimar¬
reste in bocca del volgo vituperata ed infame ed in perpetua
disgrazia di vostro marito. Di me non sa persona che io qui
sia, e non si sapendo, che temete voi? E se pur si sapesse che
io qui fossi, qual sarà cosi sciocco che pensi mai che io senza
aver goduto questa vostra bellezza sia partito? Egli è pure nel
vero una espressa pazzia a voler incorrere in infamia perpetua
senza cagione. Il perché, signora mia unica da me molto più
amata che gli occhi miei propri, non mi vogliate far più languire.
Oramai devereste pur esser certa del mio amore, de la mia fede
e de la mia perseveranza. Sapete pure quanto è che io v'onoro,
v’amo e che vi riverisco. Sapete quante fiate v’ho supplicato
che di me vi piacesse aver compassione. Ora che la fortuna ci
presta il modo, noi perdiamo, ché tutti dui poi ce ne potremo
pentire. — Dette queste parole, egli la volle basciare gettandole
le braccia al collo. Ma ella tutta piena di sdegno, quanto più
poteva lo ributtava e sospingeva da sé, piangendo e fieramente
lamentandosi. Ora poi che Crisoforo gran pezza si fu pregan¬
dola affaticato ed ebbe con pazienza sopportato i fastidi de la
donna, lasciato il pregare, con minaccevol voce e rigido viso le
disse: — Io veggio ora chiaramente che voi bramate che tutto
Milano sappia i fatti nostri, i quali, poi che cosi volete, si sa-
peranno. Io per viva forza quei piaceri di voi prendendo che
più m’aggradiranno, obligo nessuno mai non ve ne averò, anzi
come disonesta e rea femina appo tutto il mondo v'andero pu¬
blicando e vituperando, e a tutti dirò che per danari a voi pro¬
messi, v’abbia fatta qui venire. Il che facilmente mi sarà creduto,