Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/391

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388 PARTE SECONDA Dimmi l’animo tuo. — Giulietta alora le rispose che non voleva esser pinzochera né monaca e che non sapeva ciò che si volesse, se non morire. Restò la madre a queste risposte piena d’ammirazione e dispiacere e non sapeva che dirsi e meno che farsi. Tutti quei di casa altro non sapevano che dire se non che Giulietta dopo la morte del cugino sempre era stata di malissima voglia e che non cessava mai di piangere, né dopoi a le finestre era stata veduta. Riferì ogni cosa madonna Giovanna a messer Antonio. Egli chiamata a sé la figliuola, dopo alcuni ragionamenti le disse: — Figliuola mia, veggendoti oggimai d'età da marito, t’ho ritrovato uno sposo molto nobile, ricco e bello, il quale è signor e conte di Lodrone. Perciò disponti a prenderlo e far quanto io voglio, ché simili onorevoli partiti si trovano di rado. — A questo Giulietta con maggior animo che ad una fanciulla non conveniva, liberamente rispose che ella non voleva maritarsi. 11 padre si turbò forte e salito in còlerà fu vicino a batterla. Ben la minacciò rigidamente con agre parole, ed a la fine le conchiuse che volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andar con la madre ed altre parenti a Villafranca, perciò che quivi deveva venir il conte Paris con sua compagnia a vederla, e che a questo non facesse né replica né resistenza se non voleva che le rompesse il capo e la facesse la più trista figliuola che mai fosse nata. Qual fosse l’animo di Giulietta, quali i pensieri, pensilo chi mai provò le fiamme amorose. Ella restò si stordita che proprio pareva tócca da la saetta del folgorante tuono. In sé poi rivenuta avvisò del tutto Romeo per via di fra Lorenzo. Romeo le riscrisse che facesse buon animo, perché verria in breve a levarla de la casa del padre e condurla a Mantova. Or fu pur forza che andasse a Villafranca, ove il padre aveva un bellissimo podere. Ella v’andò con quel piacere che vanno i condannati a la morte su le forche ad esser impiccati per la gola. Era quivi il conte Paris, il quale ne la chiesa a messa la vide, e ben che fosse magra, pallida e malinconica, gli piacque, e venne a Verona ove con messer Antonio conchiuse il matrimonio. Ritornò anco Giulietta a Verona, a cui il padre disse come il matrimonio del conte Paris