Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/432

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NOVELLA XI sola.ro, aperse l’uscio de la camera ed entrata dentro, chiavò quello per cui il bestione era ito di sopra, di modo che ser capocchio si trovò confinato là su e non poteva entrar nel cortile né tornar ¡n camera. Ora egli sarebbe tempo perduto a voler dir le braverie del bresciano, il quale la buona hioglie lasciando bravare e maledir quanto voleva, cavò il milanese di prigione ed ancor che fosse tutto innacquato e ben molle d’urina, se lo tolse a dosso e cominciò a macinare. Macinato ch’ebbe il milanese quanto volle, la donna gli disse: — Tu n’andrai a casa per la via de l’orto e ti caverai questo saione, perché tu puti fieramente. Poi fa’ che torni a cenar con noi, ché io voglio che godiamo di brigata la buona torta che ho fatto fare e molte altre vivande che ci sono, a la barba di quel castronaccio di mio marito che fa professione di saper governar col suo senno tutta Italia. — Era a pena partito il milanese, quando il lodigiano entrò nel cortile e disse ad alta voce chiamando il bresciano: — Non ho io udito dire che voi sete tornato? — Egli che era in palco rispose: — Tu sia il ben venuto. Io son qui a noverar le stelle e divenir astrologo. — In questo la donna venne ne la corte e disse: — Voi séte venuto a tempo, lodigiano. — E che vuol dir questa comedia — disse alora il lodigiano, — che messer è in palco e voi séte qui? E’ mi par proprio veder un atto di comedia. — Io vi dirò — rispose la donna. — Volendo io accender il fuoco essendo mio marito tornato a casa, per mala disgrazia spensi il lume che in mano aveva, onde egli fieramente meco adiratosi mi volle battere; ma la Dio mercé mi son pure finora salvata, perciò ch'io lo rinchiusi in camera, e volendo egli riuscirne per disopra a la via del cortile, gli fermai l’uscio dietro, di modo che egli ancora è in alto e non fa se non garrirmi e minacciarmi di darmi tante busse che mi fiaccherà l’osso del collo; onde io voglio prima che possa discender giù, che mi perdoni e mi prometta non battermi, perché a la croce di Dio io non ammorzai volentieri il lume. — Al corpo di Dio — disse alora il bresciano — che io te ne darò un giorno tante che tu ti ricorderai per parecchi di del fatto mio, e ti scarmignerò di tal modo senza pettine che una pagherà tutte. — Orsù, messere — disse il lodigiano, —