Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/58

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novella xxxv 55

sputare. Ora parendo a messer Pancrati aver fatto assai, dato un gran sorgozzone a la donna, saltò fuor del letto, e presi i suoi panni scese le scale, e truovò la porta de la fondamenta aperta, come a la Biga ordinato aveva, e a casa de la buona donna se n’andò, ove fattosi diligentemente lavare stette lá tutta la notte ed il dí seguente fino a sera. Come messer Pancrati fu partito, la Biga andò a la camera de la donna ed entrando disse come se lacrimasse: — Oimè, madonna, che puzza è questa ch’io sento? Io aveva sentito non so che romore, ed uscendo de la guarda camera incontrai il frate che mi disse: — A questo modo. Biga? tua madonna m’ha avvelenato. Vieni ad aprirmi ch’io son morto. — Egli putiva tutto da capo a piedi e mi minacciò se io non lo metteva fuora che m’uccideria, e aveva la spada nuda in mano. Io per téma del coltello gli apersi. Ma che cosa è avvenuta? — La donna piangendo le rispose: — Va’ chetamente e reca del lume e guarda che tu non sia sentita. — Andò la Biga a pigliar il lume, e madonna Cassandra volendosi spastare piú s’impastava e non poteva sofferir quella gran puzza. Venne la Biga col lume e ritrovò la sua donna tutta imbrattata, perché il marito due e tre volte l’aveva involta in quella bruttura. Ora a la meglio che poterono, nettarono la camera, e la donna tutta si lavò e profumò la camera per levarle quel mal odore, tuttavia maledicendo l’ora e ’l dí che mai veduto aveva quel frate; e se prima l’amava, ora senza parangone l’aveva preso in tanto odio che l’averebbe inghiottito in un boccone, e che diceva con la Biga che era un frate brodaiuolo e che per aver troppo mangiato e bevuto gli era venuta quella scorrenza di corpo. Messer Pancrati, tornato il mercoredí sera a casa e veduta la moglie che per nasconder i lividi del volto si era carca di biacca, le domandò con ammirazione che cosa quella fosse. Ella gli rispose che era ita il giorno innanzi a distender i panni di bucato su l’altana e che non so come era caduta dui scalini per disgrazia. — Ben ti sta — disse il marito; — ma il male è poco, ché tu devevi fiaccarti il collo, bestia che tu sei! Pare che ti manchino le fantesche per far fare cotesti servigi? — Il dí seguente a buona ora andò