Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/125

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122 PARTE SECONDA d'esser di Normandia passato in Inghilterra senza barca e aver acquistata la contea di Cornovaglia. Non seppe lo sfortunato barone imitar il re Agilulfo longobardo da simil beffa schernito, ma tutto pieno di malissima voglia disse: — Come! moglie, che dite voi? Io vengo pur ora da la camera mia e non sono più stato questa notte qui. Come sta questo fatto? — La donna, dolente oltra modo del caso occorso e già presaga del suo futuro danno, con infiniti singhiozzi ed amarissime lagrime narrò al marito quanto era poco avanti a lei avvenuto, del che egli disperato stette buona pezza impedito dal dolore e da l’ira che non puoté mai favellare. Da l’altra parte la donna tutta fuor di sé era più morta che viva. Se ella niente detto prima avesse, non restava se non con un poco di dubio se il marito v’era innanzi stato o no. E di questo era assai meglio restarne tra due che cercarne più chiarezza, perché non faceva il marito avvisto di ciò che intender non deveva, né gli metteva fantasia e grilli in capo, essendo il caso tale che quanto più se ne parlava più putiva. Egli altresì, poi che ella trascuratamente era trascorsa a discoprir ciò che deveva tener celato, se avesse taciuto, esso solo restava con l'affanno de lo scorno ricevuto, con questo conforto almeno che conosceva la moglie non volontariamente ma per inganno aver senza colpa sua peccato. Egli è pur forza, graziosissime donne, che io dica un motto ad escusazione di tutti noi che qui siamo, cosi uomini come donne, contra alcuni che vogliono esser tenuti santi, e Iddio sa che vita fanno, i quali se per aventura vedeno in mano a chi sì sia il Decamerone del facondissimo e da non esser mai senza prefazione d'onore nomato messer Giovanni Boccaccio ed altri libri volgari e in rima, entrano in còlerà grandissima e sgridano fieramente chi quelli legge, dicendo i cattivi e mali costumi da si fatte lezioni appararsi e le donne divenirne meno oneste. E qui dicono le maggior pappolate del mondo. Io sempre fui di questo parere, che il saper il male non sia male, ma il farlo sì, anzi credo che sia cagione molte fiate di schifar mille inconvenienti. Ed a ciò che non andiamo troppo lontano a pigliar testimoni, eccovi : se questo barone e la donna sua avessero letta o udita la novella