Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/197

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J94 PARTE SECONDA che Ferraguto ha fatte in farsi medicare, e che sia ubligato per un anno intero attender a l’ufficio dei contrabandi senza salario alcuno. E se parrà che la sentenza sia leggera, io dirò che astretto dal signor Pietro Gambacorta e da tanti miei amici e parenti non ho voluto proceder con quella rigidezza che averei potuto; che questa pena che se gli dà, di far per un anno l’ufficio dei contrabandi senza salario, è per essersi opposto ai sergenti de la corte: nel resto che sono ingiurie mie particolari, che io di core il tutto gli ho rimesso per le lettere di raccomandazioni che dagli amici miei e parenti ho avute. — Fatto questo, la notte seguente il buon giudice secondo la sua usanza tenne compagnia a la sua innamorata, e più volte insieme si risero de la beffa che a Fridiano tuttavia facevano, e Beatrice diceva che il pecorone n’aveva avuto troppo buon mercato. Il giudice per metter ordine che per l’avvenire potessero esser insieme, le diceva: — Vedete, anima mia dolce — e dicendo questo la basciava ducento volte, — io voglio che Fridiano faccia per un anno l’ufficio che sarà condannato a fare, perciò che sarà necessario che egli sia tutto il di a cavallo fuor per il contado, e quando mi parrà, io lo terrò fuor quattro o cinque giorni, e potremo a nostro piacere esser insieme senza disturbo. Molte fiate anco ne la città ordinerò che la notte egli starà quattro o cinque ore in una contrada con la guardia, né gli sarà lecito senza mia licenza levarsene; ed io in quel mezzo potrò venir a starmene vosco una e due ore, di modo che ci daremo il meglior tempo del mondo mentre che io starò in questo ufficio. Che ne dite voi, cor del mio core? non è egli la cosa nostra ben ordinata? — La donna, che non meno amava lui che ella fosse da lui amata, con mille amorosi e saporiti baci gli rispondeva dicendo: — Si, signor mio dolce, che voi avete fatto benissimo, e conosco apertamente che voi cordialmente m'amate, ed io altresi amo più voi che la vita mia propria. — Cosi passarono i dui amanti quella notte in amorosi piaceri e dolci parlari. Venuta la matina, la donna con le sue massare e servidori a casa se ne tornò. Il notaio pisano andò e parlò con Fridiano, e gli disse: — Fridiano, ringrazia Iddio che a questa volta ti sei