Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/215

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PARTE SECONDA disse il giovine — esser i sei giorni passati, che io lungamente tra me ho pensato sovra questo e sono determinato di quanto mi piace di fare. — Or via — soggiunse messer Ambrogio, — un altro di ne parleremo a piú bell'agio. — Ed andato l'uno in qua e l’altro in lá, scrisse il fervente e sollecito amante a la sua innamorata quanto col padre di lei aveva ragionato, del che ella si trovò meravigliosamente lieta. Messer Ambrogio, pensando a quello che il giovine chiesto gli aveva, dubitò che credendo di far amicizia e parentado non acquistasse una eterna nemicizia. Egli conosceva la diseguaglianza che tra le parti era, e giudicava cotal matrimonio non deversi fare. Il perché diligentemente al tutto lungamente pensato, ebbe modo di parlar con madonna Francesca — ché tale era il nome de la madre de l’innamorato giovine — e puntalmente le narrò tutto il ragionamento che con il giovine era passato. Si trovò assai di mala voglia madonna Francesca di cotal nuova, e ringraziò pur assai messer Ambrogio che le avesse la voluntá del figliuolo fatta intendere, e lo essortò a maritar Laura e non perder tempo. Si strinse ne le spalle il povero gentiluomo e si scusò dicendo che la possibilitá non ci era e che Laura ancor era fanciulletta e non passava il tempo. Li domandò madonna Francesca quanto egli soleva dar di dote a le sue figliuole. A cui egli rispose: — Io, signora, ne ho maritate due e ho dato a ciascuna di loro mille ducati. Al presente mi resta Laura, a la quale vo’ dar il medesimo quando sará il tempo, ché volendola adesso maritare non averei il modo di pagar cento fiorini. — Disse alora madonna Francesca: — Messer Ambrogio, a ciò che voi conosciate quanto m’è stato caro l’avviso che dato m’avete del desiderio del mio figliuolo, cercate partito uguale a vostra figliuola, e quanto piú tosto lo farete sará meglio; ed io vi presterò tutti i mille ducati de la dote, i quali voi mi restituirete con vostra comoditá in cinque o sei anni. Né altro da voi voglio che uno scritto di vostra mano. — A questa si cortese e larga proferta rese messer Ambrogio quelle grazie che seppe le maggiori, e promise a madonna Francesca non mancar d’usar ogni diligenza per maritar Laura. E cosí restarono d’accordio. Sollecitava tuttavia Gian