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IL BANDELLO
a madamigella di Vaulz
madama
anna de la vigueria
Era questi di madama Fregosa, la signora Gostanza Rangona, a Montbrano, castello di questo vescovado di Agen, per fuggir i caldi de la cittá che adesso sono molto intensi, ove ancor voi spesso solevate venire a diportarvi e tener compagnia ad essa madama. Avvenne che un giorno furono portate lettere da Grassa, cittá in Provenza, a madama, la quale domandò al messo se in quelle contrade era niente di nuovo. Egli le rispose che non altro se non che una gentildonna che aveva fatto ammazzar il marito, per essersi scoperto l’omicidio, se 1l’era fuggita. Quivi si ritrovava alora monsignor Bartolomeo Grimaldo da Nizza canonico di Agen, che aveva quel giorno desinato con madama, il quale narrò l’istoria interamente com’era seguita, perciò che diceva da uno dei suoi fratelli, che era venuto da Nizza a vederlo, aver inteso minutamente il tutto, essendo Nizza assai vicina a Grassa. Parve a tutti, che eravamo ad ascoltarlo, esser il caso molto strano, Voi alora, che di brigata eravate con noi, mi diceste che in vero questa novella era ben degna d’esser messa al numero de le mie, e che per ogni modo io la devessi scrivere, il che vi promisi di fare; e cosí la descrissi del modo che era stata narrata. Pensando poi a cui donar la devessi, determinai tra me che poi che voi indutto m’avete a scriverla, che meritevolmente sia vostra. Onde al nome vostro quella ho intitolata, e ve la dono non giá per appagare in parte alcuna tanti piaceri da casa vostra la vostra mercé ricevuti, ma per mostrar almeno la gratitudine de l’animo mio che sempre è ricordevole di voi e si confessa debitore. E chi