Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/250

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NOVELLA XXXV 247 già passati i quattordici anni, era tenuta la più leggiadra e formosa damigella che in tutto il reame di Navarra fosse. 11 giovine figliuolo de la vedova e padre di questa damigella era conti- novamente stato in corte del re Lodovico, ché mai non era venuto a casa; onde volendo venir a veder la madre e riconoscer le cose sue, con buona grazia del re se ne venne. Essendo stato otto o dieci di con la madre, le disse una matina: — Madre mia, egli mi pare che il debito mio sia d’andar a far riverenza a madama la reina di Navarra nostra padrona. — Tu farai bene, figliuol mio, ad andarvi — rispose la madre. — Raccomandami bene a la sua buona grazia. — Andò il gentiluomo, che già era vicino ai trent’anni, e fece riverenza a la reina, da la quale fu graziosamente accolto. Essendo tutto il di in corte e praticando con le damigelle, s’innamorò molto fieramente di sua figliuola e cominciò assiduamente a farle la corte e servirla. La reina, che cordialmente amava la damigella, n’aveva piacere, parendole se il gentiluomo l’avesse pigliata per moglie, che sarebbe stata bene ed onoratamente maritata. Ora la cosa andò tanto innanzi che con buona grazia de la reina il giovine senza saper altro sposò la propria figliuola e consumò seco l’atto matrimoniale, e poi a la madre ne diede avviso, come per compiacer a la reina aveva sposata la tal damigella. La povera donna, sentendo questa orribil nuova, tutta stordi e gravissimamente infermò. E conoscendosi vicina al morire, si confessò con il vescovo de la sua diocesi e a lui il fatto come stava del tutto aperse, e dolente e pentita del suo peccato se ne mori. Era già morto il suo cugino che era del fatto consapevole. Poi che ella fu morta, il vescovo secretamente il tutto manifestò a la reina, la quale, intendendo che nessuno ci era vivo che il fatto sapesse se non il vescovo che ne l’ultima confessione de la donna inteso l’aveva, non volle che altrimenti se ne parlasse, ma che il marito e moglie, padre e figliuola, fratello e sorella, in buona fede si lasciassero, i quali forse oggidi sono ancor vi