Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/353

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350 PARTE SECONDA tutto '1 di da le carnali passioni aspramente combattuto, si lascia di leggero da quelle vincere e là va seguitando dove elle lo tirano. Ed ancor che tutte le nostre passioni siano cagione di gran mali, par tuttavia che' quelle de l’amore e de l’odio facciano far più strabocchevoli errori, perciò che l’uomo tratto da alcuna falsa apparenza o di vendetta o di piacer carnale si lascia incapestrare e tanto innanzi va che a ritirarsi ci è da far assai. Ma dicendo del prete Cascabella cascato si trascuratamente in tanto errore, io gli ho compassione, perché tutti siamo fragili e sottoposti a le passioni veneree. Ben mi meraviglio che essendo de l’età che è, mostri si poca contrizione. Sua moglie è disposta a far quello che le sarà ordinato. La concubina pare che abbia poca voglia di far bene, e non so se vorrà imitar quella di prete Elia, come vi narrerò. Io mi son trovato a l’es- saminazione e veggio che egli tuttavia va cercando d’escusar il suo errore, che escusazione non riceve. E questo è che la piaga è infistolita, perché la trista e lunga usanza sua di viver libidinosamente se gli è fatta quasi un’altra natura, di modo che l’abito fatto nel male ora è più potente a ritenerlo nel peccato, che non sono valevoli I’essortazioni a tirarlo al bene. Ed ogni abito con gran difficultà si può levar via. Per questo deverebbe ciascuno che viver voglia cristianamente, se talvolta casca in peccato, cercar incontinente di rilevarsi e non far il callo nel vizio, perché diviene schiavo del peccato e quasi perde la sua libertà, e poi si sottomette al disgoverno de la sua corrotta e viziata natura, che già s’avvezza andar di mal in peggio. Ora volendo dire de la femina del prete Elia, sono quasi divenuto predicatore, come se in questa onorata compagnia fossero alcuni bisognosi de le mie essortazioni. Vi dico adunque che essendo nostro vescovo la buona e santa memoria di monsignor Antonio da la Rovere dei signori di Vinuovo in Italia vicino a Turino, uomo di castigata vita e di dottrina, che prete Elia da Alto Pino era vicario de la parrocchia de la villa di Ameto de la giurisdizione di monsignor di Caumont, diocese agennese. Teneva esso prete una concubina con la quale era perseverato più di nove anni, sempre tenendola in casa come fosse stata sua