Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/404

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l’istoria era successa. E per dar fine al mio favellare, vi dico che io per me sempre desiderai, vivendo il mio sole terrestre, tanto esser amato quanto io amava e che tale la mia padrona e signora fosse verso me quale io era verso lei. Ma io non vorrei giá abbattermi in simili e disperati animi com’era quello di Cinzia, imperciò che se di loro stessi sono volontariamente micidiali, crederei con ragione che vie piú tosto sarebbero degli altri, ogni volta che cadesse loro ne l’animo un minimo sospetto di non esser amati. Preghiamo adunque Dio che da cotali donne, piú tosto disperate che animose, ci diffenda, ed attenda ciascuno, se brama esser amato, ad amare, ché io in effetto non truovo meglior incantesimo di questo, ancora che a me poco abbia giovato. E pure il nostro saggio Dante dice che

        Amor... a nullo amato amar perdona.

Se poi cosí tosto non si vede l’amore ricambiato, non si deve perciò l’uomo levare da la giá cominciata impresa, ma con lealtá perseverare, ché pure a la fine si vede, o tardi o per tempo, chi ama esser amato.