Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/460

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NOVELLA XL1V 457 d'una astuzia che non gli dispiaceva, essortò la duchessa a starsene in letto e dar la voce che alquanto era indisposta; e per meglio colorir il suo dissegno, le ordinò certi elettuari ed altri rimedi. Partito poi e riduttosi a casa, cominciò ad assottigliar l’ingegno e far tra sé infiniti farnetichi e vari discorsi, di maniera che con tutti gli spiriti era a questa impresa intento. Ed avendo fatte diverse chimere e fuor di misura aguzzato l’intelletto, dopo varie astuzie pensate, gli cadde in animo non ci esser la più sicura né miglior via che andar a San Giacomo di Galizia, sotto nome d’aver fatto voto di visitar personalmente e a piedi le sante reliquie de l’apostolo. Onde l’astuto Appiano fermatosi in questo pensiero, tornò a visitar la duchessa e a la presenza de la sua Giulia le manifestò quanto s’era imaginato. Ed a fine che la duchessa avesse onesta e legitima cagione di far cosi fatto voto, vqlle l’Appiano che ella fingesse d’esser fortemente inferma e che in fine paresse che per miracolo di san Giacomo fosse guarita. Piacque a la duchessa la cosa, e tanto più che il gentil fisico le fece intender un bel modo d’ingannar le donne de la camera, che credessero tutte aver veduto visibilmente il santo apostolo apparire a la duchessa. Cominciò adunque essa duchessa mostrarsi tutta svogliata e a fastidire ogni cibo che se le dava, e lamentarsi fieramente de lo stomaco. S’aveva ella fatto certi suffumigi con cornino ed altre cose che l’Appiano ordinato aveva, di maniera ch’era divenuta pallidissima. Furono chiamati altri medici a la cura, i quali, come la videro tanto pallida, si sbigottirono, e da l’Appiano informati del caso, che una intemerata a suo modo narrò loro de l’infermità e dei vari accidenti che a la duchessa erano avvenuti, a lui come a più pratico de la natura de l’inferma si rimisero. Egli veggendo il fatto andar come pensato aveva, conferì con quelli alcuni rimedi che intendeva di fare, i quali furono da tutti per ottimi giudicati. Ma mostrando la duchessa di giorno in giorno peggiorare e non si cibando se non segretamente con cibi sostanzievoli che dava l’Appiano, si sparse per Turino che la duchessa stava in periglio di morte; e questo affermavano gli altri medici, perciò che l1 Appiano con l’aiuto di Giulia falsificava di modo Turine, che mostravano