Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, IV.djvu/297

Da Wikisource.

294 PARTE TERZA errori. Avendo adunque scritto quanto il Vismaro narrò, ho voluto che sotto il nome vostro da la posterità si legga, se perciò le cose mie potranno tanto durare. Ma io con questa intenzione pure le scrivo, avvengane mò ciò che si voglia. E per non vi tener più, verrò a l’effetto. State sano. NOVELLA XXVI 11 capitano Biagino Crivello ammazza nel monte di finanza un prete per aver il beneficio per un suo parente. Non è qui, signora contessa e voi cortesi gentiluomini, persona che non conosca il capitano Biagino Crivello, il quale, come potete sapere, essendo stato uomo molto prode de la persona sua e mentre che il duca di Milano Lodovico Sforza stette in stato, sempre onoratamente vivuto su le guerre con onorevoli condutte, ora ad altro non attende che a viver quetissimamente e visitar tutto il di quante chiese sono in Milano, dandosi in tutto e per tutto a la salute de l'anima. Era egli in grandissimo credito appo il detto duca Lodovico, divenuto tanto suo domestico e familiare, che non suo soggetto ma suo fratello pareva. Egli era d’oneste ricchezze dotato, e non gli essendo da la moglie, che morta gli era, rimasto se non una sola figliuola, non si curò mai troppo, non volendo prender più moglie, accumular possessioni, e tutto ciò che del soldo guadagnava, essendo generai capitano di tutti i balestrieri ducali, spendeva in far buona cera ai buon compagni. Medesimamente ciò che il duca largamente gli donava, tutto distribuiva in farsi onore. Ora sapete che la schiatta dei Crivelli in Milano e per lo contado è innoverabile e che ce ne sono di poveri assai, come ne le gran famiglie spesso avviene. Era dunque un giovine in questa famiglia assai letterato, il quale volentieri si sarebbe fatto prete se avesse avuto il modo di poter avere qualche beneficio. Questo, cadutogli in mente che il capitano Biagino sarebbe ottimo mezzo quando volesse aiutarlo, e conoscendolo molto amorevole ed umano, venne a trovarlo e gli narrò l’intenzion sua. Il che intendendo, il buon capitano, come colui che a tutti averebbe voluto