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PARTE TERZA
che fu moglie del re di Scozia; la quale, essendo restata vedova,
ritornò in Inghilterra e prese ne le seconde nozze per marito
un cavallerò, per esser cosi la costuma in quelle contrade, che
le donne dopo il primo matrimonio, pigliando la seconda volta
marito, prendono chi più loro aggrada. Il che anco si vide in
madama Maria, sorella pur del detto re Enrico, la quale fu
maritata primieramente nel re Lodovico decimosecondo di
Francia, col quale stette a pena tre mesi che il re se ne mori,
e quella se ne ritornò in Inghilterra, dove il seguente anno ella
prese per marito uno a cui il re suo fratello voleva gran bene,
ancor che fosse di basso legnaggio, e gli donò la duchea di
Suffort, de la quale aveva cacciato il vero signore di sangue
reale. Ora quella che era stata reina di Scozia ebbe del cava-
liero suo marito una bellissima figliuola, la quale il re come
nipote amava e teneva molto cara, deliberando di maritarla alta¬
mente al tempo suo. Ed essendo già di quindici anni, non era
in tutta l’isola fanciulla cosi bella com’ella era, la quale anco,
dotata di bei costumi e leggiadri modi, era da tutti somma¬
mente commendata, e per l’umanità e gentilezza sua ciascuno
molto l’onorava. Di questa un giovine de l’isola, chiamato il
signor Tomaso, nobile e ricco, che era figliuolo d’una sorella
del duca di Nofoco, fieramente si innamorò, di modo che senza
la vista di lei non ritrovava riposo e in altra parte non gli era
possibile che rivolgesse i suoi pensieri. Veggendo adunque che
per troppo soverchio amore se ne moriva, tanto seppe fare, se¬
guendola notte e giorno e con messi ed ambasciate sollecitan¬
dola, che ella cominciò ad amar lui ed averlo caro. Del che
accorgendosi il signor Tomaso, non mancò a se stesso, e si
andò la bisogna, che egli, consentendolo ella, ebbe modo di
parlar seco segretissimamente, e si bene ed accomodatamente
le seppe le sue passioni dire e certificarla del suo fervente amore,
che non si partirono d’insieme che si sposarono per marito
e moglie e con soavissimi baci e strettissimi abbracciamenti
dolcissimamente consumarono il santo matrimonio, aspettando
tempo oportuno di publicarlo. Ed in questo mezzo tutte le volte
che potevano esser in compagnia, più segretamente che loro