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NOVELLA V (Vi) 147 de li dui amanti. Fu poi fatta in una chiesa interrare la duchessa, che si trovò non essere gravida. A li dui sfortunatissimi amanti fece il duca fare di marmo una soperba e ricca sepoltura con maestrevoli e bellissimi_intagli, e quella fece mettere in una abbadia che egli fondata avea di qualche tempo innanzi, cui dentro furono collocati i dui amanti, con uno epitaffio che l’istoria de li loro amori conteneva col pietoso fine de la morte. Avea uno fratello Carlo, chiamato Rodolfo, al quale il duca donò due castella, cioè Bersalino e Corlaonio, per lui e per gli eredi. Interprese, dopo non molto, il duca uno viaggio oltra mare in difensione de la Terra santa, del quale gliene segui onore e utile. Tornato che fu in Borgogna, rinonziò a uno suo fratello carnale il governo del ducato, ed egli si ridusse a fare penitenza dentro l’abbadia, dove erano stati sepolti li dui sfortunati amanti; e quivi, austeramente vivendo, passò la sua vecchiezza nel servigio di Dio santamente. Eccovi, madama, e voi, belle signore e cortesi gentiluomini, la fine de la mia pietosa istoria, nel discorso de la quale si può conoscere che uno errore che si faccia ne fa, dopo, molti nascere. .