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PARTE QUARTA
invitò per cena e a letto il suo scolare, che di grado accettò l’in¬
vito. Andò lo scolare buona pezza innanzi cena a trovare la sua
donna, perché, come detto vi ho, egli per la dimestichezza che
col marito avea, andava da ogni ora in quella casa senza rispetto
veruno. La donna poi, per potere più liberamente da ogni ora es¬
sere con l’amante, tenne tal mezzo con quelle sue massare, che
tutte le tenevano mano. Ora, mentre che in diversi ragionamenti
andavano aspettando l’ora de la cena, ecco arrivare a l’impro-
viso la vedovella, la quale fu da la maritata cortesemente rice¬
vuta. E dopo le consuete tra loro accoglienze disse la vedovella
a la maritata: — lo ho inteso che vostro marito è cavalcato, e
perché séte sola, sono venuta a cenare vosco. — Siate pure la
benevenuta, sorella mia. — E poi alquanto avendo ragionato,
lo scolare a le donne disse: — Restatevi in pace, ché io me ne
vado a cena. — La maritata allora, levatasi in piede: —Per mia fé,
voi non vi partirete — soggiunse, — ché se bene mio marito non
ci è, cAerete pure di brigata con noi. — E cosi, essendo l’ora
de la cena, fu data l’acqua a le mani e servirono le massare,
mentre che si cenò, ragionando tra loro di piacevoli e varie
cose. Finita che fu la cena, essendo già l’ora alquanto tardetta,
disse la maritata a lo scolare: — Amico mio, voi per cortesia
vostra sarete contento accompagnare questa mia come sorella
sino a l’albergo suo, che è a punto lungo la strada che voi,
andando a casa, bisogna che facciate. — E rispondendo lo sco¬
lare che molto volontieri, la vedovella allora, tutta ridente, disse:
— No no, sorella mia. Tu mi hai dato cena, e tu mi darai anco
letto, perché questa notte io intendo giacermi teco. — Sia con
Dio! — rispose la maritata, ancora che ne l’animo suo le despia-
cesse, parendole troppo duro a perdere la buona notte che sperava
di avere col suo amante. Egli medesimamente forte si contri¬
stava, veggendosi rompere il suo disegno, perché sperava, an¬
dando con la vedovella, di mettere alcuno ordine a li casi suoi,
e poi tornarsene a dormire con la maritata. E parlando tra loro
dui, senza dare sospetto veruno a la vedovella, andavano pure
invaginandosi di trovare qualche modo per cui si potessero
godere insieme. Onde disse la maritata a lo scolare: — Io sono