Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1912, V.djvu/222

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IL BANDELLO

al magnifico signor conte

bernardo da san bonifacio

mastro di campo

de l’essercito francese in Piemonte

salute


Il di medesimo che il signor conte Guido Rangone vi mandò a Chieri, essendo molti buoni soldati adunati insieme, si intrò a ragionar de l’acerbo gastigo che fu dato nel campo veneziano a Margaritona, femina poco onesta ma prode molto, che in la compagnia del conte di Gaiazzo toccava denari per cavallo liggiero. E certamente ci erano alcuni che passavano a la banca, li quali a paro di lei non meritavano quello stipendio che tiravano. E tra l’altre volte, quando l’essercito de la lega era a Cassano e Antonio Leiva si teneva a Inzago, lontano poco piú di duo miglia, essa Margaritona armata su il suo cavallo, quasi nel forte degli spagnuoli, sotto Inzago, a percosse di buone mazzate prese uno spagnuolo uomo d’arme e il condusse innanzi a l’illustrissimo signor Gian Maria Fregoso, che era governatore generale de la serenissima Signoria di Venezia. Esso spagnuolo, conosciuto che da una femina era stato condutto prigione, si volea disperare. La cagione poi di far abrusciare essa Margaritona variamente fra li soldati si diceva, perciò che ci erano di quelli che affermavano quella giustamente essere stata arsa e altri che incolpavano messer Paolo Nani pro veditore, insieme col conte di Gaiazzo. E cosí ragionandosi di questo, messer Giovanni Salerno, che, come sapete, è forte ragionevole e sovente per dir ciò che vuole interrompe li ragionamenti de li compagni, narrò una novelletta che a Roma non è ancora