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l’ARTE QUARTA
sostenuto e posto in prigione. Fu adunque necessario, se egli
volle uscire di prigione, che sodisfacesse al debito che col Deo¬
dati avea. E reputandosi essere fore di misura ingiuriato, co¬
minciò ne l’animo suo generarsi uno fiero e inestinguibile odio
contra Geronimo, ben che di fora via non si dimostrasse.
Tuttavia non cessava di continovo investigare e imaginare alcuno
modo e via per vendicarsi con danno infinito del Deodati. Fra
questo tutti dui, ma non già di compagnia, tornarono in Anversa.
E per essere tra loro già cominciata la nemistà, non si dime¬
sticavano più insieme, come prima solevano; nondimeno erano
assidui a lo corteggiare la signora Vervè. E parlandosi uno di tra
molti di Simone e de le cose sue, Geronimo, come in dispregio
di quello, disse che non sapeva ciò che il Turchi si potesse fare
in Anversa, se non diventava « curatieri », che noi italiani com-
munemente dimandamo « sensali », perché da lui stesso non aveva
modo di negoziare, non avendo né danari né credito. Questa
cosa accrebbe grandemente l’odio che il Turchi al Deodati
portava, e fece come fanno li carboni da li mantici affocati, che,
se l’acqua sopra gli è spruzzata, più si infuocano e prendeno
maggior forza e vigore. E cosi di novo risvegliatosi l’odio del
Turchi contra Geronimo, divenne vie più grande e più acerbo,
ben che celato si tenesse. Diceva uno de li sapienti de la Grecia,
che se si potesse vedere dentro il core de l’uomo e ciò che
ne l’animo suo va farneticando e chimerizzando quando è irato
e tutto intento al vendicarsi e pieno di mal talento, che proprio
si vederia uno ardente vaso, come una olla piena quando gran
fuoco le è acceso sotto e, raggirandosi sossopra, l’acqua arden¬
temente bolle. Cosi andava sossopra l’animo del Turchi, e ora
una cosa pensava e ora una altra, travagliando tuttavia; e tutti
i pensieri suoi erano pure a morte e roina del Deodati. Dis¬
simulava però, come uno altro Simone, il suo pessimo animo
e fora di ogni misura arrabbiata volontà di fare del male, ej
diceva che Geronimo si ingannava, perché egli era ben buono
a negoziare da sé. E perseverando tutti dui con molti altri a;
corteggiare la signora Vervè, a poco a poco cominciarono a',
repacificarsi, e pareva che fossero divenuti buoni amici. Essa¡