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NOVELLA XXVII (i)
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di molti uomini di cosi poco ingegno e poca capacità ne le
cose vertuose, che non vagliono l’acqua che essi logorano a
lavarsi le mani. Ma io non vuo’ ora entrare a sindicare né gli
uomini né le donne, con ciò sia che mia madre fu donna e io
sono nato uomo. Bastivi per adesso dire che Geronimo non
fece troppo bene a dir male del Turchi a la signora Vervè,
perché non poteva esortarla a levare i danari de le mani a quello,
se non perché male li governava, e non era sicuro, e cosi il
vituperava come uomo che non sapeva governarsi. Ma da l’altra
banda fece male e peggio la donna a dicelare a lo Turchi chi
fosse stato colui che consigliata l’avea. Era bene assai averli
detto che alcuni mercatanti, uomini da bene, l'avevano avertita
ad assicurarsi del suo, e non venire a particolare nessuno. Questo
tanto ve ne ho voluto dire per ciò che, reputandosi il Turchi
essere offeso per la pregionia di Lucca e in Anversa poi, allora
che Geronimo disse che non sapeva ciò che quello potesse
fare se non diventava sensale, ancora che reconciliato si fosse,
avendo nondimeno deliberato tra sé farne la vendetta, l’essere
poi stato servito de li tre millia ducati per Ispagna, aveva di
modo addolcita l’acerbità de l’odio antico che quasi era in tutto
estinto, secondo che esso Simone, devendo essere arso, confessò.
Ma questa ultima ingiuria, che egli grandissima e acerbissima
¡stimava, fu cagione di svegliare e riaccendere in modo le so¬
pite fiamme de la vecchia nemistà, che al tutto Simone si pro¬
pose levarsi Geronimo dinanzi dagli occhi, avenissene poi ciò
che si volesse. Arrogi a questo che egli in questa mala ope-
nione si confermava tanto più, quanto che alcuni di innanzi,
andando di notte attorno, gli era stato fatto in viso da uno suo
nemico uno brutto sfregio; onde credeva che Geronimo fosse
stato colui che l’avesse ferito. Ma di gran lunga si ingannava,
come dapoi si discoperse e si venne in cognizione di colui che
sfregiato l’aveva. Voi devete sapere, per dirvi ciò che da molti
degni di fede intesi, che Simone era uomo di pessima natura
e di malissimi costumi, e tra l’altre sue taccherelle aveva la
più mordace e velenosa lingua che si sentisse già mai. Onde
per mettere discordia tra dui amici era artefice meraviglioso,