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NOVELLA XXVII (i)
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ebbe per risposta che era uno poco di carta che non montava
nulla. Mentre che questo si faceva, vennero gli amici del Deo¬
dati e con loro condussero il Piemontese, il quale, segretamente
dal luogotenente esaminato, li narrò .di punto in punto quanto
gli era occorso. Egli disse agli amici del Deodati che stessero
di buono animo e che si faria tutta quella giustizia che cosi
enorme caso ricercava. Tenne appo sé il Piemontese, il quale,
poi che gli altri andarono via, fece venire viso a viso col Turchi.
Non seppe Simone negare che non avesse commandato al Pie¬
montese che andasse al giardino e ubedisse a Giulio; ma che
ciò fece, perché Giulio gli avea detto che bisognava movere
alcune lettiere e accomodare, che solo fare non poteva. Non¬
dimeno egli cosi freddamente il diceva, che diede grandissimo
sospetto di sé. Il perché fu ristretto in carcere. Rimase il Pie¬
montese in casa del giudice. Si mandò a pigliare il cadavere
del Deodati e fu messo innanzi al Turchi, più per sodisfare a
molti che dicevano che, se Simone l'avesse anciso, che le piaghe
stillariano sangue. Ma questa openione è poco vera, e tanto più
nel proposito nostro, quanto che già in quello corpo non ci
era rimaso più sangue. Fu interrogato il Turchi se conosceva
di chi fosse stato quello corpo: rispose che li pareva quello del
Deodati. Congregato il lor consiglio, li giudici disputarono ciò
che era da fare cerca il Turchi, se potevano darli tormenti o
no. Ed essendo vari di openioni, procedevano lentamente, pa¬
rendo a molti che non ci fosse indicio a la tortura. E andando
il fatto alquanto in lungo, Giulio, che era in Acquisgrani, si
deliberò mandare uno messo in Anversa, si per avisare il Turchi
dove era e si ancora per farsi portare alcuni panni che teneva
in Anversa in casa di una meretrice sua dimestica. Onde scrisse a
Simone come era in Acquisgrani e che, se era interrogato de la
morte di Geronimo, che rispondesse che nulla ne sapeva e che
essendo il corpo trovato nel suo giardino, che fermamente cre¬
deva che Giulio fosse stato il malfattore; del che il fuggire di
lui ne dava indicio apertissimo. Fatta questa lettera, informò
uno contadino come si devea governare a trovare il Turchi,
e lo mandò in Anversa. Andò il contadino, e scordatosi il nome