Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1912, V.djvu/326

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II

Al nobilissimo signor

luca grilli

Vincenzo Busdrago


Mi parrebbe, magnifico signor Luca, mancar a me stesso e al'obligo ch’io tengo con V. S. s’io non la facesse talor dei frutti de le fatiche mie, qual’elle si siano, partecipe, come generati da le feconde radici de la cortesia sua, perché in 1111 medesimo tempo a me l'occasione di continovar ne la servitù mia con quella e a lei torrebbi il possesso de le cose sue. Da l’uno e da l’altro de’ quali errori tanto sono alieno quanto a la V. S. meno si converrebbe e a me più si disdirebbe. Per assicurarla dunque de le ragioni sue e de l’intero animo mio, ho giudicato esser le parti mie a non mancare, che questa seconda parte de le Novelle o vero Casi occorsi raccolti dal Bandello, per le mie stampe data fuori, sotto il felice nome del signor Luca Grilli si veda, si perché imparino i vertuosi spiriti par suoi a procacciarsi col mezzo de l’opere illustri l’eternità del nome, come ancora per mostrar al mondo che la nobiltà de l’animo, la cortesia, la bontà e l’altre vertuose azioni sue sforzano quegli che gli sono debitori a maggiormente render- segli ubligati, ed indi a cercar tuttavia nuovo modo di sodisfargli come faccio io. V. S. adunque con quell’animo l’accetti ch’io gliela porgo, e mi conservi ne la memoria di se stessa, non meno eh’ io faccio ne la servitù mia con lei ; e le bacio le mani. Di Lucca, ¡1 di primo d'aprile MDLIV.