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PARTE TERZA
civile al criminale, e con questo trascorrere cinque o sette mesi
senza pagare. Andò adunque al luogotenente de la città e gli
disse che erano passati circa dui anni che egli aveva prestati
alcuni danari ad un giovine italiano e che ancora non era stato
pagato; ma che ora, essendo esso debitore ne la città, lo pre¬
gava a dargli alcuni dei sergenti de la corte per farlo ritenere,
allegandolo straniero e fuggitivo, e gli mostrò la cedola. Il luo¬
gotenente, che era grande amico del zoppo, senza altrimenti
considerar il tenore de la cedola, gli concesse la presa del corpo
del giovine, senza far menzione de la quantità dei danari, ma che
per debiti fosse preso come straniero e fuggitivo. Avuto cotal
mandato, il vecchio prese sei sergenti e loro consegnò lo scritto,
e gli mostrò il giovine che voleva che mettessero prigione. Per
esser stato Gian Battista lungo tempo in Santes in diverse volte,
era da tutti assai ben conosciuto e si sapeva per tutto che egli
era animoso e gagliardo, e che l’arme gli stavano benissimo in
mano, essendosi alcuna volta ritrovato in qualche mischia di notte
e di giorno, ove valorosamente s’era diportato e reso di sé
buonissimo conto. Credeva adunque il malvagio vecchio che,
subito che il giovine si vedeva dagli sbirri attorniato, devesse
cacciar mano a l’arme e nel difendersi, per non lasciarsi far
prigione, ferire alcuno di quelli de la corte ed a la fine esser
imprigionato, di modo che si venisse a proceder contra di lui
de crimine laesae maiestatis, per aver date de le ferite ai ser¬
genti reali. Ma il pensiero a questa volta gli andò fallito. Erano
alcuni giovini amici di Gian Battista seco, che per la città l’ac¬
compagnavano, e andavano ragionando di varie cose. Gli sbirri,
che per l’ordinario non son troppo valenti ma timidi e pol¬
troni, incontrarono più volte il giovine né mai ebbero ardire
di porli le mani a dosso, si perché lo conoscevano valente e
si ancora perché lo vedevano benissimo accompagnato; nien¬
tedimeno gli andavano facendo la ruota attorno. Era tra quelli
de la compagnia del giovine uno, che pochi di innanzi aveva
fatto questione con uno e gli aveva date tre ferite, ma non
perigliose de la vita. Egli, veggendo gli sbirri che l’andavano
attorniando, disse ai compagni: — Questi sergenti gaglioffi mi