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92 PARTE QUARTA li disse: — Veramente questo tuo frate deve avere studiato altro che scienzia canonica. Che li venga il gavocciolo, ignorante che egli è ! essendo tanto ignorante che non sappia conoscere quanto sia differente la semplice volontà non messa in effetto, da quella volontà che con l’opera esteriore si è compita. — Si divolgò la cosa e pervenne a le orecchie del marchese, il quale disse al Gonnella: — Che ti pare, compar Gonnella, di questo frate ignorantone? Oh come li sarebbe bene investita che una burla li fosse fatta, di quelle che si attaccano al badile! — Notò il Gonnella il parlar del signor marchese e cominciò tra sé a pensare che cosa potrebbe fare affine che il frate rimanesse col danno e con le beffe. Onde, avendo ne l’animo suo imaginatosi ciò che deliberava fare, il tutto communicò al marchese; il che sommamente a esso marchese piacque. Dato adunque ordine al tutto, una mattina si vesti di modo che pareva uno prencipe, e onoratamente accompagnato andò a la messa a la chiesa di San Francesco. Ora devete sapere che esso Gonnella avea in sé molte parti che il rendevano mirabilmente meraviglioso; e tra l’altre, ogni volta che voleva, in uno batter di occhio sapeva cosi mastramente trasformar le fattezze del volto che uomo del mondo non ci era che lo conoscesse, e in quella trasformazione saria durato tutto uno giorno. Parlava poi ogni linguaggio di tutte le città di Italia si naturalemente, come se in quelli luoghi fosse nasciuto e stato da fanciullo nodrito. Avea egli fatto per buona via intendere al guardiano che il prencipe di Bissignano era in Ferrara per andare a Milano al duca Filippo Vesconte, mandato da Alfonso di Ragona per affari importantissimi. Essendo adunque a la messa, uno segretario del marchese fece chiamare il guardiano e li disse come il signore suo l’avea mandato ad accompagnare il prence di Bissignano, barone de li primi nel regno di Napoli, e che detto prence voleva, finita la messa, parlare seco. Il buon guardiano, udendo questo, prese quattro o cinque frati de li più vecchi del convento e, trovato che la messa era quasi finita, attese il fine. Era il Gonnella vestito di ricchissime vestimenta, di quelle del marchese, con una gran