Pagina:Bandello - Novelle, ed. riveduta, vol 1, 1928 - BEIC 1971550.djvu/255

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la nipote che morta credeva, fece quanto ella ricercava e scrisse a Marco Antonio, che per suo utile e beneficio grandissimo se n’andasse vestito da peregrino a Roma e facesse capo al mo- nastero. Erano le lettere molto calde ed efficaci, e sapeva Marco Antonio che chi gli scrisse era donna d’ottimo nome. Il per- ché in lei avendo grandissima fede, la cui prudenza ed auto- ritá in molte cose di momento aveva esperimentata, deliberò uscir dal vergognoso ufficio che faceva e piantar la catalana e ridurre Cornelia a Roma. Avuto adunque modo due e tre fiate di parlar seco, tanto le seppe dire, che ancor ella, bramosa d’uscir di tanti stenti, si dispose di andar con lui a Roma. Faustina, che tutto il di gli aveva gli occhi a dosso e sapeva la trama che ordiva, fingeva di non avvedersi di cosa che egli facesse. E cosi Marco Antonio, fatti far panni per sé e per Cor- nelia da romei, un di con lei si parti e smarrito de le fortune di mare, andò per terra per la riviera di Levanto e poi per Toscana fin a Roma. Faustina quel di medesimo, suso un ber- gantino che a Roma andava montata, pervenne di piú di dieci giorni a Roma prima che Marco Antonio e andò in abito sco- nosciuto a trovar la zia badessa, da la quale fu amorevolmente ricevuta ed in camera de la badessa menata. Ivi, communicata la cosa a due de le piú antiche madri del monastero, fecero si che in dui o tre di le monache s’accorsero che la madre aveva gente in cella. E per questo essendo gran mormorazione nel mo- nastero, la badessa fece sonar a capitolo, e tutte le suore quivi ragunate, cosi disse loro: — Figliuole mie care, a l’orecchie mi è venuto che molte di voi pensano che io abbia in cella qualche uomo. Sono pur ornai tanti anni che mi conoscete, e la mia vita a tutte è sempre stata si aperta, che bisogno non era che nessuna mal di me sospettasse; tuttavia piacemi che voi siate zelatrici de l’onor di questo santo collegio. Che nostro Signor Iddio vi benedica e vi dia la sua santa grazia. Ora che io non posso né debbo piú celarvi la persona che ne la mia cella ho tanti giorni nascosta, voglio che ella sia a tutte mani- festa, ma sotto pena d’ubidienza non voglio che a secolari si riveli. — Poi rivolta a le due monache vecchie le diede la chiave de la camera e si le disse:—Madri mie, andate a la