Pagina:Bandello - Novelle, ed. riveduta, vol 1, 1928 - BEIC 1971550.djvu/78

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/2 PARTE PRIMA lungamente in molte cose l’aveva esperimentato, altro sospetto di lui non prendeva, ancor che la notte e il giorno in casa gli venisse. Bindoccia, che nel principio pensava il marito sen- tirsi mal disposto per la dieta che faceva, punto non si mera- vigliava; ma veggendosi poi levate le donne, e i famigli man- dati via, e la dieta tanto crescer che in dui mesi una volta non si cibava, si ritrovò meravigliosamente di mala voglia, e non sapeva che farsi né dirsi. Dubitò forte che il marito d’al- tra femina fosse innamorato, e che quello che a lei conve- niva altrui si desse. Pure non puoté mai venir in cognizione di cosa alcuna circa questo fatto. A la fine veggendo le cose sue andar di mal in peggio e al marito vie piú che mai crescer la gelosia, deliberò, avvenisse quello che si volesse, di quel- l’arme ch’ella era ferita ferir Angravalle, sperando con questo o rivocarlo al primo ufficio, od in modo d’amante provedersi, ch’ella venisse al conto de le sue prime ragioni. Cominciò adun- que a malgrado del marito, che per rispetto del padre e dei fra- telli di lei non ardiva darle de le busse, presentarsi a le fine- stre e a tutti che la guardavano mostrar buon viso. Di che il misero geloso si disperava. Considerando poi che il volersi procacciar d’amante potrebbe esser d’alcuno scandalo cagione e metter se stessa in pericolo de la vita e de l’onore, pose gli occhi a dosso a Niceno, il quale di continuo in casa praticava, e parendole bello e avveduto molto e di bei modi e gentilis- simi costumi adornato, di lui non mezzanamente cominciò ad accendersi. Tuttavia, sapendo che egli al marito era troppo caro, non ardiva il suo focoso desiderio scoprirgli. Ben si sfor- zava con gli occhi e con allegro viso dimostrarli ciò che la lingua palesar non ardiva, e quanto piú chiusamente ella ar- deva, tanto piú le sue fiamme d’ora in ora maggiori ne dive- nivano e miseramente quella struggevano. Il perché avendo molti e vari pensieri fatti, a la fine deliberò con la sua ed al- tresi di lui cugina, che Isabella Caracciuola era nomata, il caso suo conferire e il conseglio e aita di quella impetrare. Onde con saputa e volontá d’Angravalle, un giorno a casa di lei se n’andò, e dopo molti ragionamenti, non v’essendo chi i loro