Pagina:Bandello - Novelle. 1, 1853.djvu/255

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prevalervi come se il parentado fosse tra noi seguito, perciò che sempre vi averò in quella riverenza ed osservanza che amorevole obediente figliuolo deve avere al padre. E se degnarete comandarmi, trovarete che l’opere mie saranno conformi a le mia parole, perciò che io non so certamente cosa al mondo, quantunque difficile, che io per voi non facessi. – A questo il buon vecchio ringraziò con amorevoli parole il signor Timbreo; in fine gli disse: – Poi che sì largamente tante cortese offerte mi fate e che fortuna avversa m’ha fatto indegno de la vostra affinità, una cosa piglierò ardire di supplicarvi, la quale a voi sarà facile a fare, e quest’è che io vi prego per quella lealtà che in voi regna e per quanto amore mai portaste a la poverella Fenicia, che quando vorrete pigliar moglie sarete contento farmelo intendere e, dandovi io donna che vi piaccia, quella prenderete. – Parendo al signor Timbreo che lo sconsolato vecchio picciola ricompensa di tanta perdita quanta fatta aveva chiedesse, porgendogli la mano ed in bocca basciatolo così gli rispose: – Signor padre, poi che così leggera cosa mi ricercate, essendovi io di molto maggior ubligato e desiderando farvi conoscere quanto io desideri farvi cosa grata, non solamente non prenderò donna senza saputa vostra, ma quella sola sposerò che voi mi consigliarete e darete. E così su la fede mia a la presenza di tutti questi signori gentiluomini vi prometto. – Fece medesimamente il signor Girondo le belle parole a messer Lionato, offerendosi sempre prontissimo a’ suoi piaceri. Fatto questo, i dui cavalieri andarono a desinare e la cosa come era per Messina si sparse, in modo che appo tutti fu chiaro Fenicia indegnamente essere stata incolpata. Similmente quel dì istesso fu Fenicia dal padre per un messo a posta avvisata di quanto era occorso. Del che ella fece meravigliosa festa e divotamente Iddio ringraziò del ricuperato onore. Ora era passato circa un anno che Fenicia stava in villa, ove sì bene andò la bisogna che mai nessuno seppe che fosse viva. Tra questo mezzo il signor Timbreo tenne stretta pratica con messer Lionato, il quale, avvisata Fenicia di quanto intendeva fare, metteva ad ordine le cose al suo proposito pertinenti; ed in questo tempo Fenicia oltra ogni credenza era divenuta bellissima e aveva compiti i dicesette anni di sua età, e in modo era cresciuta che chi veduta l’avesse non l’averebbe mai per Fenicia conosciuta, massimamente tenendo quella già esser morta. La sorella che seco stava, ed era di circa quindeci anni e Belfiore aveva nome, pareva proprio un bellissimo fiore, di maniera che poco meno beltà dimostrava de la