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il modo che la donna si facesse morire. Caduto il traditore in questo cimbello e da le sue irregolate passioni accecato, non cessava spiare i modi e le azioni de la donna. Ma non vi possendo trovar attacco alcuno che tenesse, si imaginò un mezzo come intenderete. Era tra i servitori domestici del signore, un giovinaccio, cresciuto innanzi agli anni, di assai liberale e buon aspetto, ma tanto dolce e semplice che de le sciocchezze di quello il signore e madama prendevano molto spesso meraviglioso piacere. Con questo soleva talora madama domesticamente scherzare e prendere e dargli il giambo per ridere e trastullarsi seco, e tutti di casa il chiamavano il favorito di madama, di modo che il signore anco egli per tal nome il chiamava. Veggendo questa domestichezza, il ribaldo maggiordomo cominciò molto più del solito a far vezzi al giovine e farselo quanto più poteva domestico. E quando tempo gli parve, trovate certe sue favole, che a lo scempio giovine furono facili a persuadere, lo indusse che di notte, prima che madama andasse a dormire, si nascondesse sotto il letto di quella, e di due ore avanti giorno uscisse fuori. Il che il pazzarello una e due volte fece. Aveva esso maggiordomo un amico in casa, uomo da bene, al quale fece veder tutte le due volte l’uscita del giovine da la camera di madama. Ella appartatamente dormiva dal marito, il quale andava poi a giacersi seco quando voleva. Parlò adunque il maggiordomo al signore, e col testimonio de l’uomo da bene, che semplicemente il faceva, accusò la moglie d’adulterio, e gli disse che, se motto alcuno non faceva, che di leggero potrebbe avvenire che egli vederebbe il giovine uscir di camera. Il signore, avuto il testimonio di colui che aveva per uomo da bene e credendo di veder egli stesso tanto suo vituperio, cominciò a pensare che le carezze che la donna al giovine faceva fossero tutte con malizia e che ella ardentissimamente l’amasse. Onde l’amor che a la moglie portava si convertì in fierissimo odio, e non aspettava altro per vendicarsi se non trovar la gallina su l’uovo. Il traditore, che gongolava di questa trama, fece entrar in camera il giovine e, quando era tempo che deveva uscire, andò e chiamò il signore. Come il marito vide questo, pieno di fellon animo e di mal talento contra la donna, fece tantosto prender l’innocente giovine e cacciarlo in un fondo di torre, molto più adirato contra la moglie che contra il giovine, parendogli che, se ella non l’avesse invitato ed indutto a far questo, che egli da sè non averebbe mai fatto simil cosa. Da l’altra banda poi, vinto da la còlera e da lo sdegno che aveva del fallo de la moglie, senza voler altrimenti essaminare