Pagina:Bandello - Novelle. 1, 1853.djvu/340

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Dopo desinare, mascherato andò a far riverenza al signor Alessandro Bentivoglio e a la signora sua consorte la signora Ippolita Sforza, ove stando con loro a ragionamento vennero alcuni gentiluomini, tra i quali uno ci fu che disse come in quell’ora medesima Momboiero era stato con la guardia a casa di Cornelio, avendo inteso che era partito da Mantova e venuto in Milano, e che la madre di Cornelio gli aveva mostro tutti i luoghi de la casa. Sentendo questo, Cornelio prese licenza dal signor Alessandro e da la signora Ippolita e a l’albergo se ne tornò, deliberando non star più in quei perigli. Onde, la notte montato a cavallo se n’andò a la volta di Bergamo e Brescia e indi a Mantova, non volendo più far il viaggio che prima fatto aveva per dubio di non incontrar i mali spiriti per camino


Il Bandello al magnifico messer Alessandro Pasolino dottor di leggi salute


E’ si suole, Pasolino mio soavissimo, communemente dire che gli uomini semplici ch’a poche cose pensano sono molto pronti a dar la sentenza di tutto ciò che si parla. Onde spesse fiate avviene ch’essendo tenuti saggi ed ingegnosi mostrano di leggero la lor ignoranza. E perciò deverebbe ciascuno prima ch’ei parli pensar bene su quello che si ragiona e non esser così facile a cicalare, e quando è domandato considerar la materia preposta e poi sobriamente dir il parer suo. Chè, come dicono le sante scritture, ne le molte ciance non mancherà il peccato. Per questo il protomaestro de la natura, quando ci fabricò, ne fece di sorte che la lingua umana stesse chiusa sotto dui bastioni, e volle che le orecchie fossero in luogo eminente e libere senza ostacolo, a fine che l’orecchia potesse tutto quello che si dice udire, ma la lingua, innanzi che uscisse fuor dei dui ripari, avesse tempo di masticare e cribrare ciò che volesse dire, con ciò sia che la parola detta è irrevocabile nè più può tornar indietro. Se adunque ciascuno, prima che parlasse, pensasse a le due porte, cioè ai denti e a le labra, molte cose