Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/129

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donna che non giudicasse Angelica esser la più leggiadra e bella giovanetta di Siena. Ella ancora non passava i dicesette anni, ma tanto avvenevole, cortese, umana e gentile che pareva esser stata in una signoril casa nodrita. Venuta l’ora de la cena, con pompa e trionfo grandissimo Anselmo condusse la sposa a casa sua, ove lautissimamente si cenò, e dopo cena per lungo spazio si stette in balli e suoni, i quali finiti che furono, i convitati andarono a casa, ed Anselmo e la sposa entrati in letto consumarono il santo matrimonio. Cotal adunque fine sortì la liberalità d’Anselmo insieme con la magnifica gratitudine di Carlo e d’Angelica. Ora si potrebbe disputare qual sia più di lor tre da esser lodato, e qual di loro usò maggior cortesia ne le cose che da me udite avete.


Il Bandello al magnifico e dotto messer Francesco Maria Molza


Non m’è uscita nè uscirà già mai di mente la umanità e cortesia vostra, Molza mio molto onorando, che voi, essendo io in Bologna, non m’avendo mai più veduto, meco usaste. E veramente le carezze e le gratissime accoglienze che voi mi faceste mi vi resero di modo ubligato che io sempre ho detto e dico non esser in mio potere di sodisfarvi, e tanto meno per l’avvenire lo potrò io fare, quanto che voi ogni dì via più obligo m’accrescete parlando di me, ove l’occasione v’occorre, tanto onoratamente che le lodi che voi mi date conosce ciascuno che sono da esser date non al merito mio ma a l’amor che mi portate, che tale mi predica qual vorrebbe o forse gli pare ch’io sia. Ed avendo tra me deliberato di scrivervi qualche cosa, ho preso argomento dal ragionamento che in Bologna, l’ultimo giorno che fummo insieme, fu da noi fatto, quando assai lungamente disputammo se le donne che per prezzo son preste a far copia del corpo loro a chiunque le ricerca, ponno ardentemente amar un uomo particolare. L’opinion vostra fu che sì, e la mia che no. Ma poi che ragioni assai furono da noi addutte, la questione restò indecisa, e tuttavia restammo amici, perchè, come dice Aristotele, la varietà de le opinioni non rompe l’amicizia.