Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/197

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veggendo la chiesa più che mai piena, e quivi tra l’altre la sua inzuccherata Orsolina che gli aveva cavato il cor del corpo, colorir ed incarnare il suo dissegno. Avendo adunque alquante parole dette in commendazione e lode de la santa consacrazione del tempio, e mostrato loro come gli antichi profeti e patriarchi ebrei con tutto il popolo israelitico, con grandissima ed inestimabil solennità e meravigliose cerimonie celebravano la dedicazione del tempio, ad imitazione dei quali la santa e catolica Chiesa fa il medesimo, in fine così disse loro: – Uomini miei e donne nel sangue prezioso di Cristo da me come figliuoli diletti, voi ben sapete che io infinite volte, come era ed è mio ufficio e debito, v’ho ripreso e fattovi quella amorevole e caritativa correzione che Iddio m’ha inspirato, e dettovi che questi vostri innamoramenti e cotesto tanto vagheggiar che voi di continovo in chiesa a le messe ed agli altri divini uffici fate, è in grandissimo dispiacere a nostro signor Iddio, perciò che egli ha detto la sua santa casa esser luogo d’orazione, e voi, sciagurati che sète, la fate una spelonca di ladri. V’ho medesimamente detto che quando Iddio pazientemente v’averà per alcun tempo sopportati e che vederà la sua pazienza esser da voi beffata, perseverando voi ne le triste e sconcie opere di mal in peggio, che egli contra a voi s’adirerà e corruccioso, messa la sua pazienza da canto, adopererà il bastone de la giustizia e in modo vi percoterà che guai, guai a voi! Ma il tutto è pur stato indarno fin qui, e dubito di peggio per l’avvenire, cotanto vi veggio avvezzi al male. Guai a voi, guai a voi, miseri meschini, che ve ne state ridendo e facendovi beffe del mio dire, e non sapete il castigo e flagello che Iddio già v’ha preparato. E che mi vale, oimè, leggervi ogni domenica l’acerbissima passione del Salvator nostro, benedir così sovente le case e campi vostri, segnar col segno del barone san Bovo le vostre bestie, e tutto il dì far orazion per voi, e in digiuni e vigilie la notte, quando posar deverei, macerarmi, pigliar discipline, far altre mie divozioni; se voi, uomini e donne, grandi e piccioli, pieni d’ogni sceleraggine, fate de la casa di Dio una stalla? E chi saria di voi che volesse comportare che un vostro vicino od altri venissero in casa vostra a far cotesti vagheggiamenti ch’io veggio far qui dentro nel cospetto di Dio? Certo, per quello ch’io me ne creda, nessuno; anzi ciascun di voi pigliarebbe l’arme in mano e vorria ammazzar qualunque persona ardisse venirvi. Ora se voi nol comportareste in casa, volete che Iddio ve lo comporti dentro il suo santo tempio che è la casa sua propria, ne la qual si deve star divotamente ai sacri e divini ufficii?