Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/214

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se non che per l’avvenire ella desse licenza al frate. Ella promise di trovar occasione di far questo. Ora essendo frate Francesco, – chè così egli aveva nome, – sanato del suo male, di primo volo uscendo di casa andò a trovar Cassandra, ed ancor che sapesse tutto ciò che ella fatto aveva, non ne fece dimostrazione alcuna e seco amorosamente una volta prendendo piacere, a casa poi se ne ritornò. Il veneziano che ciò seppe, entrò in gelosia che il frate, avendo ripresa la possessione dei suoi beni antichi, non perseverasse in mantenerla come prima; onde deliberò, consigliatosi con un suo compagno, d’ammazzar esso frate e levarsi questo sospetto dinanzi agli occhi. E per meglio coglierlo a la rete, aprì il suo concetto a Cassandra, volendo che ella il tenesse seco una notte, e quando dormiva ammazzarlo. Cassandra disse di farlo, ma che egli bene avvertisse che il frate chiavava le porte e teneva le chiavi sotto il capezzale. – Per questo non si resterà, – disse il veneziano, – io verrò per la finestra de la camera che risponde verso la via, la quale tu non fermerai. – La fante intese il tutto e n’avvisò fra Francesco, il quale sentendo che Cassandra consentiva a la morte di lui, rivoltò il fervente amore in crudel odio e deliberò prenderne fiera vendetta. Provisto adunque a le cose sue e di suo nipote, andò a trovar Cassandra e le disse come la seguente notte voleva seco giacersi; di che ella si mostrò contenta ed al veneziano lo fe’ sapere, avvisandolo che venisse di due ore innanzi dì, perchè in quell’ora il frate soleva dormire. Andò fra Francesco armato con uno spiedo, e fattosi menar da una gondola per canale, entrò in casa tra le quattro e cinque ore di notte. Egli con la Cassandra prese quel piacere che volle, avendo sempre l’occhio a la finestra. Come gli parve che fosse l’ora che il veneziano devesse venire, egli si levò ed armossi. Cassandra sentendo questo, gli disse: – Oimè, perchè volete voi ora partirvi? voi non ci avete dormito già è più di un mese, e volete andarvene? Io veggio bene che non mi amate. – Sta cheta, – disse il frate, – e non parlare se non vuoi ch’io ti rompa il capo. Dormi e non mi dar noia. – Ella che ancora dormito non aveva e che sentì che fra Francesco così armato si corcò, vinta dal sonno e stracca dal macinare s’addormentò. Come il frate la sentì dormire, chetamente si levò e preso lo spiedo si mise a rimpetto del balcone. Venne il veneziano col compagno ed una scala, e giunti a la casa, l’amante salì a la finestra quanto più puotè senza far strepito. Stette un poco fermo al balcone a spiare se niente sentiva, e nulla sentendo, fece dopo sè su la scala salir il compagno e