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del tutto. Di questa cosa non poco Crisoforo dolendosi e già geloso di quella divenuto che ancora non possedeva, menava una vita in grandissima amaritudine e tanto rincrescevole che a se stesso quasi veniva in fastidio. Volentieri da cotesta impresa si sarebbe egli ritratto, ma sì malagevole il ritirarsi gli era che quanto più cercava la donna cacciarsi de la mente, ella più se ne impadroniva ed egli più fuocosamente l’amava. Combattuto adunque da amore e gelosia, da dolore e da mill’altri penaci martìri, cominciò con sagacissima industria, con nuovi modi, con sottilissime astuzie e con diverse maniere a spiar tutta la vita, tutte l’azioni ed il modo che Apatelea teneva a ritrovarsi col suo amante. E perchè a l’oro ogni cosa ubidisce, corruppe per forza di danari un amico del suo rivale e fu certificato come la donna assai sovente andava per tempissimo ad una chiesa a la casa sua vicina e questo faceva ella ogni volta che il marito cavalcava. Avuto questo indizio e inteso che ella entrava poi in una casa che non molto lunge da la chiesa era, ritrovò la casa tenersi a nome del gentiluomo suo rivale; il che più pensieri gli accrebbe, non sapendo a che modo governarsi. Ed ancora che la speranza di posseder la cosa amata si facesse di tempo in tempo minore, nondimeno il disio vie più grande che prima si faceva, e gravissimo gli era a viver a questo modo. Il perchè dopo che assai sovra i casi suoi ebbe pensato, si deliberò mettersi ad ogni rischio, pur che per qualche via potesse acquistar la sua donna. Fatta questa deliberazione, cominciò egli ogni matina innanzi il levar del sole andar a la chiesa che detta s’è, ove la donna soleva trovarsi. Egli ci andò più e più giorni indarno. Ora avendo inteso che il marito de la sua Apatelea era la sera cavalcato e ito in contado, la matina molto per tempo se n’andò a la chiesa mostrata, e trovò che il prete celebrava la prima messa che si dice innanzi il levar del sole. Arrivato quivi, s’inginocchiò dietro ad una colonna, involto in un tabarrone, perciò che il sacerdote voleva levar il santo sacramento de l’altare. Erano quivi molte donne, tra le quali una in quel tempo alzò il velo che su la fronte le pendeva ed alquanto discoverse il viso. Crisoforo che a costei non aveva messo fantasia perciò che era vestita di panno di lana assai grossamente, come vide levato il velo, subito conobbe che quella era Apatelea tanto da lui disiata. Nè a pena conosciuta l’ebbe, che ella che di Crisoforo non s’era avvista si levò e con una sua vecchia uscì fuor de la chiesa. Egli non perdendo tempo l’andò dietro lentamente, e seco non aveva se non un solo servidore,