Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/260

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non vorrei con questo «verrò e ben farò» che Romeo mi scrive restar avviluppata, perciò che io son moglie di Romeo e consumato ho il matrimonio, nè d’altri che di lui esser posso, ed ancora che io potessi non voglio, perchè di lui solo eternamente esser intendo. Mi bisogna mò l’aita vostra ed il conseglio. Ma udite quanto in mente m’è caduto di voler fare. Io vorrei, padre mio, che voi mi facessi ritrovar calze, giuppone ed il resto de le vestimenta da ragazzo, a ciò che vestita ch’io ne sia, possa la sera sul tardi o il matino a buonissim’ora uscirmene di Verona che persona non mi conoscerà, e me n’anderò di lungo a Mantova e mi ricovererò in casa del mio Romeo. – Messer lo frate udendo questa favola non troppo maestrevolmente ordita e punto non piacendogli, disse: – Figliuola mia, il tuo pensiero non è da mettersi ad essecuzione, perciò che a troppo gran rischio tu ti porresti. Tu sei troppo giovanetta, delicatamente nodrita, e non potresti sofferire la fatica del viaggio, chè usa non sei a caminar a piede. Poi tu non sai il camino e andresti errando or qua or là. Tuo padre subito che non ti trovasse in casa, manderia a tutte le porte de la città e per tutte le strade del contado, e senza dubio di leggero le spie ti troverebbero. Ora essendo rimenata a casa, tuo padre vorrebbe da te intender la cagione del tuo partire così vestita da uomo. Io non so come potresti sopportar le minaccie che ti fariano e forse le battiture che ti sarebbero dai tuoi date per intender la verità del fatto, e dove facevi il tutto per andar a veder Romeo, perderesti la speranza di rivederlo più mai. – A le verisimili parole del frate acquetandosi, Giulietta gli replicò: – Poi che l’avviso mio, padre, non vi par buono ed io vi credo, consegliatemi adunque voi ed insegnatemi snodar questo mio intricato nodo, ov’io, misera me, ora avviluppata mi trovo, a ciò che quanto possibil fia con minor travaglio, col mio Romeo possa trovarmi, con ciò sia cosa che senza lui è impossibil ch’io viva. E se in altro modo darmi aita non potete, aiutatemi almeno che non devendo essere di Romeo, io non sia di nessun altro. Romeo m’ha detto che voi sète gran distillatore d’erbe e d’altre cose, e che distillate un’acqua che in due ore senza far dolore alcuno a la persona ammazza l’uomo. Datemene tanta quantità che basti a liberarmi da le mani di questo ladrone, poi che altramente a Romeo render non mi potete. Egli amandomi come so che m’ama, si contenterà ch’io più tosto mora che a le mani d’altri viva pervenga. Me poi liberarete da una grandissima vergogna e tutta la casa mia, perciò che se altra via non ci sarà a levarmi fuor di questo tempestoso