Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/31

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fece col resto dei danari in quello di Petrone. Fatto questo, ella tutta lieta e presaga come la bisogna deveva riuscire, senza esser da nessuno nè veduta nè sentita se ne ritornò al letto, e data licenza ai pensieri si pose a dormire. Ella era consueta tener al capo del letto le chiavi de la porta de la casa, ed il matino darle a Petrone chè la porta aprisse. Levossi adunque Domicilla prima d’ogn’altro, essendo già il giorno chiaro, e cominciò a volger sossopra un suo cascione ove ella teneva i danari; e come se trovato non avesse quello che ricercava, per meglio prender il tratto da vantaggio, cominciò a far un gran romore e mormorare piena di còlera. Era Cocco levato e così il fante e Nardella. E veggendo costoro la madonna che come un toro soffiava, non sapevano che si dire nè che si fare e stavano a capo chino. Petrone pure accostatosi a Domicilla le domandò le chiavi de la porta, dicendo che era ora d’andar a comperar la carne per desinare. Domicilla alora facendo il bravo e parendo di grandissima còlera colma, gli rispose con un mal viso: – Carne ah? brutto poltrone e asino che tu sei! Pur troppo n’ho in casa de la carne, chè tutta notte per puttane e ruffiani sono stata fuor del mio letto e gita ramminga per casa come una straniera. Io vi darò ben de la carne, sì. – Lo scemonnito di Cocco sentendo tanto animosamente bravar Domicilla e veggendola irata, era tutto tremante e cadeva di paura, non potendo costrutto alcuno cavar di quello che la notte era occorso, dubitando non s’esser sognato. E tanto più lo sciagurato era sbigottito quanto che vedeva la donna sua far per casa del bravo, e stava pur aspettando il fine di questa cosa. Poi che Domicilla ebbe di molte parole pregne dette e garrito contra il famiglio, disse al marito che seco andasse ne la saletta e vi fece anco andar Petrone e Nardella. Ed essendo tutti quattro entrati dentro, ella commandò a Petrone che schiavasse il suo armario. Il che di subito fece. Domicilla a la presenza di tutti cominciò a rivoltar sossopra ciò che dentro v’era, e tanto volse e rivolse che a le mani le vennero quei danari che ella riposti v’aveva e trovò anco quegli altri che il dì davanti Cocco a Petrone, come vi dissi, dati aveva. Come ella vide questi danari – Ah! ah! – disse, – che danari son questi? ove gli hai tu rubati? chi te gli ha dati, ladro gaglioffo che tu sei? di’ su, onde gli hai avuti? Io troverò pure i ladronecci che mi sono stati fatti questi dì, perchè mi trovo mancare di molti danari. – Il povero Petrone che manifestamente conosceva i danari essergli ne l’armario cresciuti nè sapeva in che modo, restò fieramente sbigottito e non sapeva altro che dirsi se non che da Cocco gli erano stati dati. Ella udendo questo, con