Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/328

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moglie gli portasse in dote una somma di danari o qualche grande eredità di terre e palazzi, chè, da le veste in fuora che indosso aveva, niente altro gli recò. Praticava costui a Vinegia, ove prese domestichezza con una garzona che serviva alcune meretrici, (a ciò che voi non vi credeste che d’alcuna casa onorata la levasse), e di quella s’innamorò. Ella per un marchetto si dava a vettura ai facchini e barcaruoli e a simili altri uomini di bassa condizione, non ne rifiutando nessuno. Di questa essendo il bresciano innamorato, per due cagioni frequentava la pratica: prima perchè era vicina a la casa ove albergava e poi perchè spendeva poco. E dandole ad intender mille ciancie, partendosi da Vinegia la menò seco a Verona ove abitava il padrone. Gran sciocchezza certamente si vede in costoro che sono de la condizione del bresciano, i quali per ogni minimo difettuzzo che veggiano in uno, subito lo riprendono, e non s’accorgono i poveri uomini che essi sono in quel medesimo errore. Ma hanno tanto l’occhio a l’altrui cose che le proprie non vedeno, e non s’accorgono che quello che in altri biasimano è in loro vituperio. Ora il nostro bresciano ed un altro suo fratello di sì picciola levatura come lui, hanno questa consuetudine: come sono ove non siano conosciuti, per l’ordinario si fanno gentiluomini molto agiati e tengono una reputazione meravigliosa. Ma bello è sentir lodarsi al fratello, il quale nel tempo di pace ho veduto più di quindeci paia di volte rappezzar le scarpe di poveri uomini e donne, e non avendo risguardo come egli il più de le volte su la guerra per fante privato se ne sta in farsetto molto mal in arnese, come è in circolo di famigli, narra loro di gran faccende e dice le maggior pappolate del mondo. Ma tornando al bresciano, dico che in Verona sposò la puttanella, che condutta v’aveva, per moglie. Ella era assai giovane, con un visetto apparente e certi atti puttaneschi, e vedendo che il marito era attempato e non gli scoteva sì ben il pelliccione come averebbe voluto e come a Vinegia era avvezza, per non star indarno, si procacciava altrove e non si curava punto che si fossero o servidori od altri. E sovra tutti a lei piaceva un certo fornaro che coceva molto bene il pane, e di masserizia era grossamente fornito e di durissimo nerbo. Fu più volte il bresciano avvertito che la moglie, per risparmiar la roba di casa, logorava l’altrui; ma egli diceva che erano bestie che per invidia parlavano, e non s’accorgeva il misero che egli era pur il bestione e che era per privilegio fatto cittadino cornetano. Un’altra vertù aveva anco sua moglie, che era sì grande ed avida bevitrice di vino, che in un sorso averebbe