Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/350

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vergini e matrone violate? quanti uomini innocenti crudelmente morti? Se quello fieramente hai in odio, se di core contra lui la vendetta a par del peccato brami, se cosa che ingrata e noiosa gli sia far desii, fa che tu viva, fa che egli intenda che con ogni sollecitudine la sua rovina procuri e che quella largamente aspetti. Fa che, veggendosi a noi, a tutta Roma e a tutti i buoni infame e a ciascuno odioso, crepi di sdegno e rabbia, e sentendo che tu il cui corpo ha avuto ardire di violare sei tenuta onestissima, egli se stesso e le sue sceleraggini abomini. Non voler, Lucrezia mia, me tuo marito così miseramente lasciar vedovo, ed il tuo amato padre che qui lagrimante vedi, lasciar consumar in doloroso pianto, e ai pargoletti ed innocenti nostri figliuoli la tanto lor cara madre rapire. Adesso ti deve dilettar e giovar il vivere, chè vicina sei a veder questo adultero andar in estrema rovina. E qual più dolce cosa è, qual maggiore contentezza e qual più desiderata, che di veder [punito] il nemico tuo? Ragione trovar non saperai che a la morte indur ti debbia se con giudicioso discorso il fatto tuo consideri. Io non nego già che altamente non ti doglia, e a me senza fine duole, sentirti il corpo tuo imbrattato; ma pensa l’animo tuo esser puro e mondo, il quale corromper o violar non si puote, se egli volontariamente nel peccato non consente, come s’è detto. E chi non sa che essendo tu nel tuo letto ignuda, ove senza sospetto quietamente dormivi, non hai ad un giovine libidinoso, temerario ed armato avuto tempo di far resistenza? e tanto più quanto egli venne deliberato di giacersi teco e, tu nol consentendo, minacciava con un servo a lato vituperosamente ammazzarti? Averebbe egli come figliuolo di re, per la giovinezza che in lui fiorisce, con lusinghevoli carezze qualunque altra donna resa a’ suoi disonesti appetiti pieghevole; ma il tuo casto e generoso petto so io che con qual si voglia arte non ha potuto a’ suoi illeciti piaceri rivolger già mai. Egli solo, ben che seco in letto tu fussi, è stato quello che sceleratamente l’adulterio ha commesso e solo il peccato commesso. Tu come donna a l’improviso còlta, il corpo ne le forze del nemico sforzatamente hai </nowiki>lasciato, ma l’invitta mente libera e casta in tuo arbitrio riservasti. Il perchè se tu gloria acquistar brami, qual maggior gloria esser ti può che sapersi che' 'ad un giovine fervidamente amante e lascivamente i suoi appetiti saziante, non donna viva ed amorosa sommessa ti sei, ma di modo egli t’abbia avuto come se una rigida e marmorea statua ne le braccia tenuto avesse? Chè molte donne ancora che sforzate siano, nondimeno sentendo i soavi e pien di succo baci, gustando la dolcezza dei dolci abbracciamenti,