Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/358

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con ogni modestia farla del suo amor avvista, e cercando con la vista di lei pascer gli occhi, faceva le sue amorose fiamme assai maggiori. Se si giostrava o bagordava, nessuno meglio in punto vi veniva di lui, il quale essendo quanto altro che ci fosse prode de la sua persona, sempre ne portava grandissimo onore. Come ella si faceva dal sarto tagliar vestimento nessuno, egli che aveva per tutto le spie, di quei medesimi colori sè e la sua famiglia vestiva e de la medesima foggia i cavalli faceva coprire. Quando s’armeggiava, egli dinanzi a la baltresca ove ella sedeva, sovra gagliardi e ferocissimi cavalli si faceva vedere, e quelli destrissimamente spingeva, ritirava, faceva levar in alto con tutti quattro i piedi, faceva balzare, girarsi ad ogni mano e spesso saltar oltra le sbarre, di tal maniera che quanto ogni gran cavalcatore sappia fare era da lui leggiadramente fatto. E perciò che era giovine molto galante e cercava di far piacer a tutti, generalmente ciascuno l’amava. Ora non seppe egli mai tanto fare nè tanto affaticarsi che ella mai gli mostrasse buon viso, del che egli ne viveva molto di mala voglia, come quello che ogni suo amore aveva in lei messo, senza la quale non era cosa al mondo di cui gli calesse. Ritrovandosi il Ventimiglia in così penoso stato, ebbe modo di scriverle una lettera che averia mosso a pietà i sassi, e quella le mandò segretissimamente, e a bocca anco le fece dir molte buone parole. Ma il tutto fu buttato via, perciò che la signora Lionora non volle la lettera accettare nè udire l’ambasciata, anzi per l’avenire s’asteneva assai d’andar a le feste. Ed in vero difficil cosa è a conoscer il cervello e l’appetito di molte donne, le quali nobilissimamente nasciute, gentilmente nodrite, altamente maritate e da nobilissimi e vertuosi giovini vagheggiate, scherniti i mariti, sprezzati gli amanti e dietro le spalle gittato l’onore, spesse fiate a uomini d’infima sorte si sottomettono, a vilissimi servi talora si dànno in preda. Altre poi ci sono che saranno da dui gentiluomini amate, dei quali uno sarà vertuoso e bello, e con ogni modestia, per non far accorger la gente, farà tutto quello che deve far un innamorato che sia gentil e segreto; l’altro pur che abbia il suo intento, de l’onor de la donna non si curando, attenderà se non al suo piacere, sarà presontuoso, poco fedele, ciarlatore e maldicente: e nondimeno elle, lasciato il primo che è da bene, prenderanno il secondo, dal quale altro che biasimo non acquistano. Che diremo di queste cotali? Nel vero, se fosse lecito dir mal de le donne, io so ben ciò che ne direi; ma non si potrebbe far senza accusar il sesso