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che era per correr le poste, e non voleva trovarsi con lo stomaco caricato. Egli teneva benissimo in mente la disposizion de la camera e di che modo stavano i letti, nè altro aspettava che l’ora d’andar a mettersi in battaglia. Ora tutta quella prima parte de la notte egli infinitamente fu combattuto da varii pensieri, perchè, pensando al periglio che gli poteva sovravenire, conchiudeva non volersi porre a tanto rischio, ma aspettar altra più sicura comodità; e con questo si corcava per dormire. Ma il sonno era dagli occhi suoi bandito, di modo che ora presentandogli Amore la bellezza de la donna amata, egli tra sè diceva: – Adunque sarò io così da poco che per tèma di questa mia vita frale perderò il godimento de la più cara, bella e piacevol cosa del mondo? Sarò io così vile che non metterò non questa, ma se n’avessi mille de le vite, ad ogni estremo rischio per posseder quella cosa, che merita per le infinite sue doti che tutto il mondo la serva, la riverisca e adori? Non è egli di molto più valuta infinitamente quello che io averò che' 'quanto mai perder io possa? E la roba, s’io n’avessi, e la vita e l’onore non sono da esser parangonati al bene ch’io n’aspetto. – Così più e più volte cangiato pensiero, restò in questo, ultimamente, d’andarvi. Con questo si mise con l’orecchie aperte a ciò che ne la elezione de l’ora non s’ingannasse, e mille volte in quello spazio di tempo venne su l’uscio de la camera per ascoltar se l’ore toccavano, facendosi a credere che il barone non levarebbe fin dopo la mezza notte d’un pezzo. Onde d’una grossa ora innanzi a quel punto, avuto prima modo d’aver certe vesti del barone e bene nettatosi, con una cuffia in capo del modo che sapeva esser da quello portata, se n’andò a la camera de la donna, e trovato l’uscio, secondo l’ordine dato, aperto, entrò pianamente dentro, e ancor che fosse oscuro come in bocca di lupo, andò diritto al letto. Quivi trovata la donna che dormiva, soavemente la destò e se le corcò a lato, e quella, che appresso al marito esser credeva, recatasi ne le braccia, cominciò a prenderne quel piacere amorosamente, del quale questi innamorati dicono non esserne altro maggiore al mondo. Era il frate gagliardo e di buon nerbo e giunto al luogo che tanto desiderato aveva, il perchè si deve credere che facesse opera di valente e prode de la persona cavaliero. Ed a ciò che la donna non lo mettesse in ragionamenti ed egli parlando fosse cagione di scoprir l’inganno, com’ella voleva entrar in proposto alcuno, così egli, mostrandosi svogliato di cicalare ma ben ebro del suo amore, la basciava, le chiudeva la bocca con le mani, la stropicciava e facevale mill’altri