Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/194

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anni, il cui nome fu Elena, che fuor d’ogni credenza era bellissima, a ogni dì crescendo in età mirabilissimamente le sue native bellezze accresceva. Gerardo, che aveva circa venti anni, teneva pratica amorosa molto stretta con la moglie d’un barbiero, la quale era assai appariscente e piacevole, e quasi ogni dì con il suo fante montava in gondola e passava il Canale, entrando in un canal piccolo che radeva la casa del padre d’Elena, e sotto le finestre d’essa casa se ne passava, facendo il suo solito viaggio. Ora avenne, come spesso accadeno le disgrazie quando meno s’aspettano, che la madre d’Elena infermò ed in breve tempo con dolor grandissimo del marito e de l’unica figliuola se ne morì. Abitava da l’altra banda del piccolo canale per iscontro la casa di messer Pietro, un gentiluomo con moglie e quattro figliuole femine. Messer Pietro che sommamente desiderava tener la figliuola allegra con onesta compagnia, passate alcune settimane dopo la morte de la moglie, mandò la balia, che in casa teneva ed aveva dato il latte ad Elena, a pregar il padre de le quattro figliuole che si contentasse che il giorno de la festa quelle andassero a star di brigata e trastullarsi con Elena; al che il cortese gentiluomo acconsentì. E così, quasi ogni festa, molto volentieri ed agevolmente le quattro sorelle entravano in casa d’Elena, perciò che, senza esser vedute, per la porta de l’acqua se n’entravano in gondola ed allungandola scendevano ne la porta de l’acqua de la casa di messer Pietro, che era per iscontro a la loro. Facevano le' 'cinque giovanette, quando erano insieme, di molti giochi convenevoli al sesso ed età loro, e tra gli altri giocavano a la «forfetta», che intendo che era un gioco di palla che si gettavano l’una a l’altra, e chi la lasciava cader in terra senza poterla ne l’aria pigliare, quella s’intendeva aver fatto fallo e perduto il gioco. Erano le quattro sorelle d’età di dicesette in venti o ventunanno, e tutte erano in alcuno giovane innamorate; onde sovente nel giocar de la «forfetta», ora l’una, ora l’altra, e spesso tre, e tutte insieme correvano ai balconi per veder gli innamorati loro ed altri che in gondola per lo canale passavano. Il che ad Elena, che semplicissima era nè ancor provato aveva le fiamme amorose, non mezzanamente dispiaceva e forte se ne turbava, ritirandole per le vestimenta al giuoco usato. Elle, a cui molto più di gioia recava la vista degli amanti loro che la palla, poco d’Elena curandosi, stavano ferme a le finestre, e talora fiori ed altre simili cosette secondo la stagione gettavano agli innamorati loro, quando passavano per