Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/293

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Isabella da Luna spagnuola fa una solenne burla a chi pensava di burlar lei.


Chi volesse far il catalogo de le cose che fanno le cortegiane in tutti i luoghi ove si trovano, averebbe per mio giudizio troppo che fare, e quando si crederia d’aver finito, pur alora resteria più a dire che quanto detto si fosse. Ma vegnamo a qualche atto particolare, e narriamo alcuna facezia di quelle che queste barbiere fanno. Tra l’altre che a Roma sono, ce n’è una detta Isabella da Luna, spagnuola, la quale ha cercato mezzo il mondo. Ella andò a la Goletta e a Tunisi per dar soccorso ai bisognosi soldati e non gli lasciar morir di fame; ha anco un tempo seguitata la corte de l’imperadore per la Lamagna e la Fiandra e in diversi altri luoghi, non si trovando mai sazia di prestar il suo cavallo a vettura, pure che fosse richiesta. Se n’è ultimamente ritornata a Roma, ove è tenuta da chi la conosce per la più avveduta e scaltrita femina che stata ci sia già mai. Ella è di grandissimo intertenimento in una compagnia, siano gli uomini di che grado si vogliano, perciò che con tutti si sa accommodare a dar la sua a ciascuno. È piacevolissima, affabile, arguta, e, in dare a’ tempi suoi le risposte a ciò che si ragiona, prontissima. Parla molto bene italiano, e se è punta, non crediate che si sgomenti e che le manchino parole a punger chi la tocca, perchè è mordace di lingua e non guarda in viso a nessuno, ma dà con le sue pungenti parole mazzate da orbo. È poi tanto sfacciata e presuntuosa che fa professione di far arrossire tutti quelli che vuole, senza che ella si cangi di colore. Erano in Roma alcuni nostri gentiluomini mantovani molto vertuosi e gentili, tra i quali v’erano messer Roberto Strozzi, messer Lelio e messer Ippolito Capilupi fratelli. Messer Roberto è in Roma per suo piacere e messer Ippolito v’è tenuto per gli affari del nostro illustrissimo e' 'reverendissimo cardinale di Mantova. Stanno tutti in una casa, ma ciascuno appartatamente vive del suo. È ben vero che il più de le volte mangiano di compagnia, portando ciascuno la parte sua, e così menano una vita allegra e gioiosa. Con loro si trovano assai spesso alcuni altri, perchè sono buon compagni, e nel loro albergo di continovo si suona e canta e si ragiona de le lettere così latine come volgari, e d’altre cose vertuose, di modo che mai non si lasciano rincrescere. Praticava con questi signori molto domesticamente e spesso