Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/429

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possedeva; che era pur ricco‚ dei signori di Virle, e galantissimo compagno. Ed insomma egli seppe sì ben dire e tanto persuaderla, che ella fu contenta che il suo amante segretamente le venisse a parlare, gli assegnò il tempo e il luogo. Messer Filiberto, avuta questa buona nuova, si tenne ottimamente sodisfatto da lo spoletino. E secondo l’ordine posto, si condusse a parlare con madonna Zilia in una camera terrena de la casa di lei. Quivi giunto, ritrovò la donna che l’attendeva e aveva seco una sua fantesca. La camera era assai grande, e potevano agiatamente tutti dui ragionare, chè la fante niente averebbe sentito. Onde messer Filiberto cominciò con più accomodate parole che seppe a narrar a la donna le sue amorose passioni e quanto per amor di lei aveva sofferto, pregandola affezionatissimamente che di lui le calesse e ne volesse aver compassione, assicurandola che in eterno le seria servidore. Ma per quanto egli mai le sapesse dire, non puotè altro cavarne se non ch’ella era vedova e che a lei non istava bene andar dietro a queste così fatte cose, e che voleva attender a governare suo figliuolo, e che a lui non mancherebbero de l’altre donne più belle di lei. Ora, dopo molti ragionamenti, veggendo il povero amante che s’affaticava indarno e ch’ella non era disposta in modo alcuno di contentarlo, e sentendosi di gran doglia morire, con le lagrime sugli occhi pietosamente le disse: – Poi che, signora mia, in tutto mi levate la speranza di volermi per servidore, e da voi mi convien partire con tanto mio dispiacere, nè forse avverrà più mai ch’io abbia occasione di vosco ragionare, almeno in questa ultima mia partenza datemi in guiderdone di quanto amore v’ho portato, porto e porterò tanto ch’io viva, un solo bacio, che quando venni qui volli da voi secondo la costuma de la patria prendere, e voi contro il lodevole nostro uso mi negaste. E sapete pure che basciarsi ne la via publica non è vergogna, quando gli uomini incontrano le donne. – La donna stette un pochetto sovra sè, poi rispose: – Io vo’, monsignor Filiberto, vedere se il vostro amore è così fervente come predicate. Voi da me al presente averete il bacio che mi richiedete, se giurate di far una cosa che vi chiederò, e servando il giuramento vostro, io potrò assicurarmi esser tanto da voi amata quanto detto m’avete. – Giurò l’incauto amante che farebbe ogni cosa a lui possibile di fare. E dicendole che commandasse quanto voleva, stava attendendo il comandamento de la donna. Ella alora, avvinchiategli al collo le braccia, in bocca lo basciò e, basciato che l’ebbe, gli disse – Monsignor Filiberto, io vi