Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/82

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e lavora de le sue mani meravigliosamente, che Dio per me ve lo dica. – Arrivò in questi ragionamenti Margarita la quale cominciò a far de le faccende per casa, e Pippa buona pezza seco, aiutandola, si travagliò; poi, parendole un’ora mill’anni di levarsi di casa, disse: – Messere, con vostra buona licenza io anderò questa sera a pigliar Nicuola al monastero e menerommela a casa mia; poi dimane ve la condurrò qui, o vero la terrò uno o dui giorni meco fin che abbiate fatto metter la casa in ordine. – Fa come ti pare, – rispose Ambrogio, – e raccomandami per assai a suor Camilla e bascia mia figliuola da parte mia, a va in buon’ora. – Partì Pippa e, prima che se ne andasse a casa, andò al monastero a trovare e parlar con suor Camilla, con la quale ordinò tutto quello che era bisogno per salvezza de la Nicuola, ogni volta che Ambrogio fosse ito al monastero. Suor Camilla, che era buona maestra di cotal mestiero, disse a la Pippa che stesse di buon animo, chè il tutto passeria bene. Indi partitasi, andò a casa sua ove la Nicuola, che più non era Romulo, l’aspettava con grandissimo desiderio per intender come la cosa passava. Ella già s’era vestita i suoi panni e conciatasi il capo come usano le nostre fanciulle. Tornata, la Pippa le narrò tutto ciò che fatto aveva, dicendole se voleva il giorno seguente andar a casa al padre o dimorar uno o dui dì, che era in sua libertà. Conchiuse la Nicuola star anco il dì seguente con la sua mamma, ed altro non faceva che tormentarla del suo Lattanzio, mostrando un sì estremo desiderio d’averlo per marito che esser non poteva maggiore. La Pippa le teneva per detto che mettesse i suoi pensieri altrove, poi che chiaramente conosceva che indarno s’affaticava, conoscendo Lattanzio esser sì fieramente invaghito di Catella che mai a verun’altra cosa non pensava, e che a la fine egli averebbe l’intento suo domandandola a Gerardo per moglie. – Questo è quello, – diceva Nicuola, – che mi tormenta, nè mai ci penso che non mi disperi. Ma se mio padre non veniva così tosto, mi dava l’animo che io averei messo Lattanzio in tanta disgrazia a Catella, che essa averebbe innanzi voluto un contadino per marito che lui. Ma la così presta ed improvisa venuta di mio padre ha guasto il tutto. – Ha guasto – rispose la Pippa; – anzi ha egli acconcio il tutto. Se vero è ciò che narrato m’hai che tra Catella e te è intervenuto, io t’avviso che i casi tuoi erano in malissimo termine, con ciò sia cosa, se tu ci tornavi a parlarle un’altra volta, ella senza dubio dopo i baci averebbe volute giocar di mano, e trovandoti fanciulla, che pensi tu che giudicio avesse fatto' 'di te? non restavi tu appo lei perpetuamente svergognata? non