Pagina:Bandello - Novelle. 4, 1853.djvu/124

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ella con parole e con fatti tanto ubidiente e pieghevole se gli rese e cosí soggetta, che se egli prima l’amava, molto piú dapoi se gli raddoppiò l’amore. Era in quei dí il paggio lontano, il quale, non molto dopo ritornato, rientrò anco in possesso dei beni di Pandora; ed usando queste loro pratiche troppo apertamente, il Partenopeo se n’avvide e n’entrò in tanta gelosia che egli stesso non sapeva che si fare. Deliberò piú volte di far ammazzar il paggio e levarsi questa pena dagli occhi. Il che gli era facile, ma gli pareva poi troppo gran viltade ad imbrattarsi le mani del sangue di cosí vile ed abietta persona. Fu medesimamente in pensiero di scornare publicamente Pandora di questo fatto, o vero farla ammazzare e trattarla da una donna trista. Ed essendo in questi pensieri il signor Luzio Marziano, parente di lui, capitò in quel luogo; col quale egli communicò questa sua gelosia. Il signor Luzio, che pienamente era informato de la incontinentissima e vituperosa vita di Pandora e sapeva che ella, essendo da fanciulla avvezza a vivere disonestamente, non si saperia distorre da sí malvagia costuma, come quella che forse poteva trovarsi stracca ma sazia non giá mai, lo consegliò da parente e d’amico, e gli scoperse tutte le disonestá di lei, essortandolo a levarsi da tal impresa, tanto piú che sapeva esser conchiuso il matrimonio di lui e d’una nobilissima giovanetta, figliuola del signor Eusebio Gioviale. Il Partenopeo, dando orecchie a le vere parole del signor Luzio, si partí senza dire de l’andata sua nulla a Pandora, e andò a sposar la moglie, essendo perciò di lui Pandora gravida. La quale, come seppe la partita del Partenopeo e che era ito a prender moglie, mossa da una subita donnesca còlera, entrò in tanta smania in quanta mai potesse montar donna che indebitamente s’avesse veduto dal suo amante disprezzare. E non avendo risguardo che ella non aveva al Partenopeo servata la fede, e che a chiunque richiesta d’amore l’avesse si sarebbe sottomessa, come tutto il dí faceva, da la còlera e da l’ira vinta, venne in tanto furore che quasi fu per ancidere se stessa. Erale nel capo entrato questo umore, che non le pareva di dever sopportar a modo nessuno che il Partenopeo avesse sí poco conto tenuto di lei, e su questo ella faceva e diceva le pazzie. Ora, stando su questi farnetichi e non potendo acquetarsi, avendo talvolta sentito dire che si facevano de le malie per le quali non potevano i mariti giacersi con le mogli, ella mandò in Bresciana in Val Camonica, ove si dice essere di molte streghe, per aver da quelle malefice certi unguenti ed altre diavolerie a simili effetti appropriate. E non trovando cosa