Pagina:Bandello - Novelle. 4, 1853.djvu/139

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onde egli senza indugio una ce ne disse che tutti ci empí di meraviglioso stupore. Onde ho voluto che vostra sia ed al nome vostro intitolata, poi che voi, essendo quel dí al vostro amenissimo Greciano, non eravate con noi. Vi protesto bene che a me pare che male a voi convenga, che sète gentile e la bontá del mondo; ma non avendo ora altro che darvi, questa vi dono. State sano, ed ascoltate il nostro Torre.Novella LV

Infinita malvagitá d’un dottore in beffarsi del demonio,
come se non fosse inferno né paradiso.


La lezione che il nostro da bene messer Desiderio ci ha per sua cortesia letta, come voi tutti, signori miei, potete aver notato, contiene in sé vie piú di male che di bene, anzi in sé nessuna buona cosa ha. Io per me mi fo a credere, e credo senza dubio aver compagni assai, che al mio parere acconsentiranno, cioè non esser mala cosa a saper il male, ma bene esser degno d’eterno biasimo chi il male mette in opera e medesimamente chi altrui l’insegna. Egli si vuol insegnare, predicare ed imparare ciò che è giusto e buono, e i mezzi, con i quali le regolate e buone opere si deveno operare, sono da essere notati e posti in effetto. E per questo sono stati ordinati i predicatori, a ciò che c’insegnino suso i pergami la buona e dritta via di vivere cristianamente, e che riprendino e vituperino le operazioni malvagie e che fuor di ragione si fanno. Ma l’insegnar il modo e la via che una perversa e da Dio e dal mondo vietata cosa si faccia, è nel vero ufficio diabolico e consequentemente meritevole d’eterno biasimo e di vituperio immortale. Egli è pur troppo, miseri noi! la condizione de la debole e fragilissima natura umana inclinata e pronta al vizio, senza che abbia maestri che ce lo insegnino; ove con una gran difficultá e fatica e lunghezza di tempo il bene se le insegna, e tutto il dí ci convien tener rinfrescata la memoria del ben operare, e con gran pena l’uomo si può tener dritto. Io non posso nel vero se non ammirare, lodare e commendare l’acutezza de l’ingegno del Macchiavelli; ma desidero in lui un ottimo giudicio e vorrei che fosse stato alquanto piú parco e ritenuto e non cosí facile ad insegnar molte cose triste e malvage, da le quali molto leggermente se ne poteva e deveva passare, tacendole e non mostrandole altrui, come fa in diversi luoghi. Ora io non voglio giá, secondo che egli ha discorso