Pagina:Bandello - Novelle. 4, 1853.djvu/170

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vostro onorato nome in fronte si veggia, e s’intendano i varii accidenti che, or qua or lá, tutto ’l dí accadono. State sano.Novella LXI

Fra Filippo de l’ordine dei minori,
non possendo goder la sua innamorata,
si castra e le presenta il membro tagliato via.


Ritornando io ultimamente d’Italia, feci il camino per la Linguadoca, e, passando per una antica e nobile cittá, mi fu da un mio oste detto che non era molto che era accaduta una novella, la quale parendomi strana, me la feci narrare piú d’una volta per meglio imprimerla ne la mente. Ora che le nostre madame sono ritirate e che abbiamo alquanto piú largo campo di novellare che quando elle ci sono, io vi vo’ dir quanto alora in Linguadoca intesi, che dapoi da persone molto degne di fede m’è anco stato affermato per cosa indubitata e vera. Dico adunque che in quelle parti fu un monastero di monache di san Francesco, ed ancora v’è, di santitá e religione famosissimo, nel quale sono vestite monache nobilissime e de le prime schiatte di tutta Francia, che vivono sotto il governo di cinque o sei frati minori a tal cura dal loro ministro de la provincia deputati. Questi dimorano di continovo ne le stanze a posta fabricate per loro e che col monastero son congiunte. E parlando tutto il dí e conversando con le monache, prendono con quelle una famigliar domestichezza; cagione che talora quella conversazione che deverebbe tutta essere spirituale, diventa carnale e fa che si viene ad carnis resurrectionem, perciò che la troppo familiaritá partorisce poco rispetto, e come la riverenza manca, si vien poi ad un guazzabuglio. Ora avvenne che in detto luogo fu mandato un fra Filippo, uomo di ventitré o ventiquattro anni, che era nei servigi de le donne molto gagliardo, e in quelli assai piú volentieri s’affaticava che a cantar in coro o far gli altri essercizii de la santa religione. Questi, come fu giunto in quel santo collegio e vide la privata domestichezza che s’usava, tra sé deliberò di mettersi a la prova, per vedere se trovava possessione da vangare e lavorare col suo piuolo, col quale egli soleva talor piantar gli uomini. E tentando diversi terreni, si domesticò molto con la vicaria del monasterio, che era donna d’altissimo legnaggio, e seco cominciò a parlare de le cose spirituali, narrandole l’istoria de le stigmate di san Francesco e de la penitenza che fece in Toscana nel monte de l’Avernia. E continovando