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avvenuta a Castelnuovo, sua e mia patria, ove si vede di che maniera Amore aguzzasse l’intelletto ad una nostra giovane per venir a l’intento suo. Ed ancor che non sia de le piú accorte cose del mondo, m’è paruto nondimeno di scriverla e a voi donarla, che la vostra mercé stimate le mie ciance esser qualche cosa. E se tanti accidenti avvenuti altrove ho scritti, perché anco non iscriverò di quelli che ne la mia patria avvengono? State sano e nostro signor Iddio feliciti ogni vostro desiderio.

Novella XXVII

Una giovane innamorata, inebriando la sua vecchia,
si ritruova col suo amante e si godono insieme.


Fu ne la mia patria, signora Leonora e voi cortesi giovini, un figliuolo del podestá di quella, giovine bellissimo e tutto grazioso, il quale s’innamorò d’una figliuola d’un nostro gentiluomo, e tanto seppe fare e dire, che ella se n’avvide e non ischifò rendergli buon contracambio, amandolo quanto si possa; il perché d’ambidui era un sol volere di trovarsi insieme. Ed ancora che la difficultá fosse grandissima, non cessava l’uno e l’altro andarsi imaginando tutto quello che gli poteva recar profitto; e massimamente la fanciulla, che di quindici anni era, aguzzava l’ingegno per trovar qualche mezzo. E mentre che si stava in questi avvisamenti, avvenne che devendo farsi certe nozze nel licenzioso tempo del carnevale, il padre de la fanciulla con tutta la casa vi fu di tre dí innnanzi invitato. Ella, parendole che la fortuna le mostrasse ed aprisse la via a’ suoi piaceri, finse sentirsi alquanto cagionevole de la persona; onde il padre il dí de le nozze la lasciò in casa con una vecchia che le servisse. Ella, imaginandosi che cosí devesse essere, aveva con una lettera avvisato l’amante quanto voleva che facesse. Aveva il padre di lei ne le vòlte alcune botte divino di Monlia, che suol esser bianco e dolce quanto mèle; onde la giovane disse a la vecchia: – Madre mia, i nostri sono iti a nozze, ed io non voglio perciò che voi digiuniate. Egli v’è de la carne e vi sono de l’altre cose; ma io voglio che voi facciate de le carbonate del porco e beviate del buon vino bianco, e che stiamo su le grazie. Io, madre mia, me ne starò col mio polletto e col vino mischiato con l’acqua cotta. – La vecchia, a cui sommamente piaceva il buon vino, come a tutti i vecchi per l’ordinario piace, cominciò a ridere e