Pagina:Baretti - La frusta letteraria I.djvu/23

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NUMERO PRIMO 17 non sono tanto atte ad abbagliare e a sedurre la vigilanza della Ragione, quanto il lusinghevole pensiero di passar la vita nella inseparabile compagnia d’una bella discendente d’ Ismaele. Quel pensiero, ahimè, è troppo lusinghevole! Guarda non ti precipiti nel golfo dello Sbaglio, in cui ondeg- giano vani sogni di perpetua delizia e aerei fantasmi d’ inces- sante felicità. « I piaceri sposerecci sono come le radici del cedro che ogni di più si sprofondano e si perdono nella materia ter- restre. « Il mentecatto dice nel suo cuore: S’ io potessi possedere la bruna Fathime, non avrei a invidiare l’estasi delle puris- sime anime che fanno continua festa ne’ sempreverdi giardini d’ Eden. Ma il mentecatto dice cosi, perché non può ricordarsi che la bruna Fathime è una caduca e terrestre vergine, e non un eterno e fiammante Serafino. « Volgiti a man destra, e cercati una compagna fra le belle discendenti d’ Ismaele, maricordati che le nozze e la conten- tezza sono sovente due cose separate come le due punte del- l’arco, o come le due estremità della zagaglia. « Due persone innamorate indotte dal Genio coniugale a salire mano in mano il monte della vita, non possono troppo soflfermarsi e perder l’ore in occhieggiarsi e in sussurrarsi mutuamente intorno come innocenti colombi. Pure il sorriso e la dolcezza non si scompagneranno affatto da essi, quando si vogliano consigliare sovente con la benevolenza, con la mansuetudine, con la pudicizia e con la moderazione. « Quando il faticoso viaggio su per quell’aspro monte è intrapreso, non ti far iscortare dalla Familiarità, che è nemica insidiosissima dell’amor coniugale. Vengano teco la Cortesia, l’Affabilità e il Rispetto, e salirai agevolmente. « Su per quel monte incontrerai de’ passi custoditi dalla Fatica e dalla Noia; eppure convien vincerli. Troverai ascen- dendo assai cespugli d’appassiti fiori, e molte fratte di spini pungentissimi, e qualche balza molto scabra, e qualche sasso molto tagliente; ma qual è quel figlio di Agar, che non abbia G. Baretti, La Frusta - 1. 2